Povertà in carcere e povertà del carcere

Non c’è dubbio che il carcere oggi rappresenti una “discarica sociale”, un centro di raccolta differenziata delle varie categorie deboli ed emarginate della nostra società. Non è un caso che la percentuale più alta di popolazione carceraria sia rappresentata da poveri, tossicodipendenti ed extracomunitari (senza aggiungere la piaga dei detenuti portatori di patologie psichiatriche).

Al fenomeno delle “povertà in carcere”, si associa quello (non meno drammatico) della “povertà del carcere”, incapace di offrire concrete prospettive di riscatto e di reinserimento sociale ai detenuti. Ed è così che la gran parte di essi regge il peso della detenzione intramuraria grazie all’uso degli psicofarmaci (oltre il 70% si “aggrappa” al sostegno farmacologico, essendo costretta a trascorrere la maggior parte del tempo in maniera alienante, senza prospettive di effettivo recupero sociale.

L'evento è in corso di accreditamento da parte del COA di Catanzaro, ai fini dell’assolvimento dell’obbligo della formazione professionale continua.

Coordina i lavori l’Avv. Mariateresa Musacchio Presidente AGIFOR - Sez. di Catanzaro