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Analisi trimestrale del sistema energetico italiano III trimestre 2021

Cartina dell'Italia con la rete energetica

SINTESI DEI CONTENUTI

Balzo senza precedenti dei prezzi di gas ed elettricità, ma economia e consumi energetici europei restano in espansione

Nella seconda metà del 2021 i mercati dell’energia sono stati caratterizzati dall’impennata senza precedenti dei prezzi del gas e dell’elettricità: il prezzo del gas al TTF, che aveva iniziato l’anno sotto i 18 €/MWh, è arrivato a superare i 100 €/MWh; i prezzi dell’elettricità sulle borse europee hanno seguito a ruota, con aumenti fino al 300% nelle medie mensili a ottobre e novembre. Con la progressiva traslazione di questi aumenti sui mercati al dettaglio si intensificano i rischi che il balzo dei prezzi energetici impatti sulla ripresa economica e sulla domanda di energia. Per tutto il terzo trimestre e ancora nei due mesi successivi i segnali positivi hanno però continuato a prevalere. Il quadro economico resta infatti caratterizzato da prospettive positive, tanto che le ultime due previsioni economiche della Commissione Europea hanno rivisto al rialzo le stime di crescita dell’economia europea, che entro la fine del 2021 dovrebbe ritornare sui livelli di prodotto pre-pandemici.

In questo quadro economico il sistema energetico europeo sembra rimanere su un sentiero di espansione della domanda di energia. Per il terzo trimestre si stima un aumento dei consumi europei di energia primaria dell’ordine del 4%, con un primo significativo arretramento dei consumi di gas naturale e un forte aumento dei consumi di carbone. Nell’insieme dei primi nove mesi dell’anno l’aumento dell’energia primaria è stimato poco al di sotto del 4%, con conseguente rimbalzo anche delle emissioni di CO2, che tuttavia restano inferiori di oltre il 10% rispetto allo stesso perido del 2019.

Ancora un forte aumento dei consumi di energia primaria in Italia (+7% tendenziale, +9% nei primi nove mesi dell’anno)

  • In Italia nel terzo trimestre la ripresa dell’economia a ritmi sostenuti (PIL +4% nel trimestre) ha portato a un nuovo rilevante aumento dei consumi di energia primaria (+7% sul III trimestre del 2020). E’ significativo che nel trimestre il fabbisogno di energia è tornato sugli stessi valori del III trimestre del 2019, mentre nei primi due trimestri dell’anno era rimasto su livelli inferiori rispettivamente del 6 e del 4% rispetto agli stessi trimestri del 2019.
  • Nell’insieme dei primi nove mesi del 2021 la crescita tendenziale del fabbisogno di energia è superiore al 9%.
  • L’evoluzione della domanda di energia continua a seguire una traiettoria coerente con quella delle variabili guida. L’indice ENEA che sintetizza l’andamento dei principali driver dei consumi energetici risulta infatti anch’esso in aumento tendenziale del 9% nei primi nove mesi dell’anno, sulla spinta della crescita del PIL (+7&) e della produzione industriale (+20% quella dei beni intermedi). Anche la ripresa del traffico su strada (+9%) e aereo (+22%) ha favorito la ripresa dei consumi di energia. L’aumento dei consumi petroliferi, concentrati nei trasporti, rappresenta infatti circa 3,5 dei quasi 10 Mtep di aumento dei consumi totali di energia nei primi nove mesi dell’anno. I consumi di gas naturale (+7%) e le importazioni nette di energia elettrica (+66%) rappresentano altri 3 Mtep ciascuno, mentre aumenti marginali riguardano carbone e rinnovabili.
  • Relativamente al solo III trimestre i consumi di petrolio sono in aumento di quasi l’8% (1 Mtep sul III trimestre 2020), così come le importazioni nette di elettricità (+1,2 Mtep tendenziale), quasi raddoppiate rispetto a un anno fa. In notevole crescita anche i consumi di carbone (+25% circa la domanda della termoelettrica nel trimestre), mentre è calata la domanda di gas naturale, principalmente nella generazione elettrica (-8%), dove è stata penalizzata dal rally dei prezzi della materia prima e dall’aumento delle importazioni di elettricità (+80% nel III trimestre). Infine, un aumento solo marginale si registra per le fonti rinnovabili.
  • La richiesta di energia elettrica sulla rete è cresciuta nel III trimestre di oltre il 3% tendenziale, attestandosi su valori leggermente superiori a quelli pre-covid, grazie alla forte dinamica dell’industria, dove si stimano aumenti a doppia cifra sia nel trimestre sia nei nove mesi (+10 e +15% rispettivamente). Nei nove mesi l’elettrificazione del sistema energetico (pari al 22% circa) è però stimata in riduzione rispetto al 2020, sebbene resti comunque superiore ai livelli pre-covid.

Nell’intero 2021 consumi di energia primaria verso aumento superiore al 7%, con recupero di oltre 2/3 dei consumi “persi” nel 2020

  • Per l’intero 2021 la stima preliminare ENEA, basata su dati parziali e ancora provvisori, vede una crescita dei consumi di energia primaria superiore al 7% sul 2020 (+11 Mtep circa, pari a oltre 2/3 dei 15 Mtep “persi” nel 2020), un valore perfettamente in linea con l’aumento dell’indice delle variabili guida e decisamente superiore alle più recenti previsioni riguardo al rimbalzo del PIL (+6,3%). Ne deriva dunque nell’anno una probabile variazione positiva dell’intensità energetica.
  • Rispetto al 2019, nel III trimestre 2021 il fabbisogno di energia primaria è risultato inferiore di appena l’1%, un valore sensibilmente inferiore al -5% del primo semestre. Complessivamente, tra gennaio e settembre 2021 la domanda di energia è stata inferiore di circa il 3% rispetto allo stesso periodo del 2019. Il calo è per gran parte ascrivibile al petrolio, i cui consumi nei primi nove mesi sono stati inferiori di 4,5 Mtep rispetto a due anni fa (-10%), mentre gas e carbone sono entrambi inferiori di circa 1 Mtep (rispettivamente -2% e -16%). A compensare in parte questi cali vi sono gli aumenti delle importazioni di elettricità (+1,4 Mtep) e delle rinnovabili (+0,9 Mtep).
  • L’estrapolazione delle tendenze recenti, combinata con le previsioni di consenso di forte crescita dell’economia anche nel 2022, porta a stimare una continuazione della ripresa dei consumi di energia anche nel prossimo anno, con un recupero quasi completo dei livelli del 2019.

Emissioni di CO2 in aumento del 3% sul terzo trimestre 2020, di oltre il 7% nei primi nove mesi dell’anno

  • Le emissioni di CO2 del sistema energetico nazionale nel III trimestre del 2021 sono stimate in aumento di oltre il 3% in termini tendenziali, un dato coerente con l’incremento tendenziale delle sole fonti fossili. Il dato è legato quasi esclusivamente alla ripresa dei consumi nel settore dei trasporti, mentre sono minori i contributi di civile e industria, comunque positivi. Sono invece in riduzione, sia pure marginale, le emissioni della generazione elettrica.
  • Complessivamente nei primi nove mesi del 2021 le emissioni sono in aumento tendenziale superiore al 7% (per il forte rimbalzo del II trimestre), ma restano ancora inferiori rispetto allo stesso periodo 2019 (-7%). Circa il 60% di tale ripresa è imputabile ai trasporti, un quarto circa al civile, oltre il 10% alla ripresa dei consumi per le attività produttive, è invece marginale il contributo della generazione elettrica.
  • Per l’insieme del 2021 si stima che l’aumento delle emissioni dovrebbe risultare leggermente inferiore a quello dei consumi di energia, grazie all’aumento delle importazioni di elettricità. Si prevede dunque una riduzione solo marginale dell’intensità carbonica dell’energia.
  • Un tratto significativo della forte ripresa di consumi di energia ed emissioni di CO2 in Italia nel 2021 è che essa risulta decisamente più marcata di quella che si registra negli altri paesi dell’Eurozona, dove a fronte di un aumento del PIL del 5% si stima un aumento di consumi ed emissioni compreso tra il 2 e il 3%.

Indice della transizione energetica ancora in calo, tende ai minimi della serie storica

  • Nel terzo trimestre l’indice della transizione energetica ISPRED risulta in calo sia rispetto al trimestre precedente (-11%) sia rispetto al terzo trimestre 2020 (-35%), attestandosi su un valore di poco superiore a 0,4, laddove per gran parte del 2020 l’indice si collocava su valori superiori a 0,6, a seguito di miglioramenti evidentemente legati alla congiuntura eccezionale che ha caratterizzato l’anno scorso.
  • Tra l’ultimo trimestre del 2021 e il primo del 2022, dopo i nuovi record dei prezzi all’ingrosso e il loro ulteriore trasferimento sui clienti finali, è probabile che l’indice ISPRED scenda ai minimi della serie storica, a indicare che la transizione del sistema energetico italiano è in una fase di particolare difficoltà.
  • Il forte calo dell’ISPRED rispetto a un anno fa è legato a peggioramenti in tutte e tre le sue dimensioni, ma anche in questo trimestre è guidato in primo luogo dalla dimensione decarbonizzazione, il cui indice sintetico ha perso il 60% rispetto al terzo trimestre 2020. In Italia, dopo gli aumenti nei due ultimi trimestri, nei primi 9 mesi dell’anno è stata recuperata la metà delle emissioni di CO2 “perse” nel 2020, un dato per la gran parte attribuibile ai settori non-ETS, che hanno recuperato i 2/3 delle emissioni perse nel 2020, mentre nei settori ETS questa quota è inferiore a 1/5. Questi dati, combinati con l’innalzamento degli obiettivi 2030 di riduzione delle emissioni deciso in sede UE (-55% rispetto al 1990), fanno sì che la traiettoria italiana risulti ora in deciso allontanamento dalla traiettoria di decarbonizzazione coerente con gli obiettivi.

Prezzi di gas ed elettricità all’ingrosso ben oltre i precedenti massimi storici

  • Altro tratto significativo della ripresa di consumi ed emissioni in Italia è che essa è continuata, anche nel III trimestre, nonostante l’ulteriore accelerazione della crescita dei prezzi dell’energia: sia il gas (nel III trimestre +85% sul trimestre precedente, +430% sul terzo trimestre 2020) sia l’elettricità (+67% sul trimestre precedente, +194% sul terzo trimestre 2020, aumenti superiore a quelli registrati nelle altre Borse UE) hanno toccato nuovi massimi storici sia su base trimestrale (47 €/MWh il gas al PSV, 125 €/MWh il PUN) sia su base mensile (a settembre 60 €/MWh il gas, 159 €/MWh il PUN, valori peraltro entrambi ampiamente superati ad ottobre).
  • Sebbene anche nel terzo e nel quarto trimestre, così come già avvenuto nel secondo, l’aumento dei prezzi all’ingrosso si sia trasmesso in misura solo parziale sui prezzi ai consumatori finali, grazie agli eccezionali interventi di sterilizzazione operati dall’ARERA, nella seconda metà dell’anno i prezzi del gas sono stimati superiori di oltre il 40% (rispetto a un anno prima) per i consumatori domestici, di circa il 100% per le imprese (che nel 2020 avevano beneficiato di prezzi ai minimi storici). I prezzi dell’elettricità sono invece stimati superiori di quasi il 50% per i consumatori domestici, di oltre il 50% per le imprese.
  • Nel caso dell’elettricità i prezzi al dettaglio sono ai massimi storici per tutte le fasce di consumo. Gli indicatori inclusi nell’ISPRED relativi ai prezzi dell’elettricità sono dunque anch’essi tutti in forte calo sia rispetto a un anno fa sia rispetto alla prima metà dell’anno. Nel caso del gas, invece, i prezzi al dettaglio hanno raggiunto i massimi storici solo per i consumatori domestici e per le fasce di consumo più basse, e in questo caso i relativi indicatori inclusi nell’ISPRED sono tutti in forte calo rispetto alla prima metà del 2021, ma in calo ancora contenuto rispetto alla seconda metà del 2020.

Sicurezza energetica. Nel prossimo inverno richiedono attenzione l’adeguatezza del sistema elettrico, strettamente legata alle importazioni di elettricità, e nel sistema gas la disponibilità di stoccaggi elevati anche a fine stagione

  • L’indice sintetico che nell’ISPRED rappresenta la dimensione sicurezza energetica ha registrato nell’ultimo trimestre il quinto peggioramento tendenziale consecutivo, ma un lieve miglioramento sul trimestre precedente, che lo ha riportato al di sopra dei minimi della serie storica. Rispetto a un anno fa sono in peggioramento gli indici sintetici relativi alla sicurezza del sistema petrolifero e del sistema gas, è in miglioramento quello relativo al sistema elettrico.
  • Il sistema elettrico resta quello che presenta le maggiori criticità, sebbene rispetto a un anno fa siano tornati a migliorare gli indicatori relativi alla redditività degli impianti (spark spread) e alle necessità di flessibilità per il bilanciamento del sistema. In vista dell’inverno richiede particolare attenzione l’indicatore relativo ai margini di adeguatezza del sistema, per il ruolo essenziale delle importazioni, un fattore di rischio accentuato negli ultimi anni dalla periodica indisponibilità di parte della produzione nucleare francese, con ripercussioni sull’intero sistema elettrico europeo. Nell’inverno 2020-2021 le 10 ore nelle quali la capacità in eccesso rispetto alla domanda è scesa a livelli critici si sono verificate in corrispondenza di valori medi delle importazioni pari ad appena 1 GW (1/5 del loro valore medio annuale). Si tratta di un dato confermato anche nel recente Winter Outlook 2021-2022 di ENTSO-E riferito all’inverno in arrivo. Quanto alla possibilità che la crisi dei prezzi del gas possa impattare sulla sicurezza del sistema elettrico europeo, la recente valutazione congiunta di ENTSO-E e ENTSOG conclude invece che non sono prevedibili rischi di adeguatezza “under normal and severe weather conditions”, anche perché gli attuali prezzi del gas possono indurre effetti di sostituzione, come in effetti sta avvenendo in Europa con il notevole aumento dei consumi di carbone nella termoelettrica (+20% nel terzo trimestre).
  • Nel sistema gas nell’ultimo anno la combinazione di calo dei consumi ed entrata in funzione del gasdotto TAP ha contribuito a migliorare il quadro. Si consolidano in particolare i miglioramenti legati alla migliore integrazione del mercato italiano con quello europeo, con il PSV quotato spesso perfino a sconto rispetto al TTF. Tuttavia, l’arrivo della stagione invernale avviene in concomitanza con una situazione di tensione senza precedenti sul mercato, e sotto ipotesi conservative circa l’effettiva disponibilità delle infrastrutture (gas dal Nord Europa, GNL) l’indicatore che misura la capacità del sistema di coprire la punta di domanda segnala la necessità che resti sempre elevata la capacità di erogazione dagli stoccaggi. Inoltre, con le stesse ipotesi anche l’indice N-1 scende ampiamente al di sotto della soglia dell’unità. Riguardo alla possibilità che l’attuale fase di estrema tensione sui mercato del gas possa comportare rischi per la sicurezza dell’approvvigionamenti europei, il recente Winter Supply Outlook 2021/2022 di ENTSOG conclude comunque che l’infrastruttura europea del gas offre “una flessibilità sufficiente a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di gas in Europa, a condizione che il gas venga importato dal mercato su volumi simili a quelli degli ultimi anni”. In caso di inverno freddo dovrebbero però aumentare le importazioni da gasdotti e/o GNL dal 5% al 10% in più rispetto ai volumi massimi osservati negli ultimi anni. E’ inoltre motivo di preoccupazione il fatto che la stagione invernale sia iniziata con gli stoccaggi UE sui livelli più bassi dell’ultimo decennio, sebbene con situazioni differenziate fra i diversi paesi (con l’Italia tra i più virtuosi), e in caso di prelievi anticipati e significativi dagli stoccaggi il basso livello degli stoccaggio a fine inverno avrebbe un impatto negativo sulla flessibilità del sistema.
  • Nel sistema petrolifero si segnala finalmente una prima risalita dei margini di raffinazione e dell’utilizzo degli impianti (che pure restano su livelli molto bassi). D’altra parte, la prolungata crisi della raffinazione nell’ultimo anno ha fatto scendere al minimo storico il rapporto tra produzione interna e consumo di gasolio, che è ormai pari a uno.

Forte despecializzazione dell’Italia nelle tecnologie low carbon

  • Sul fronte della dinamica innovativa, i dati più recenti relativi ai brevetti nelle tecnologie low-carbon indicano per l’Italia una collocazione ai margini dell’Europa segnata da una diffusa e spesso forte despecializzazione tecnologica (tranne che nel solare termico), che non dà segno di apprezzabile miglioramento. Pur nel quadro di un contesto assai articolato, si delineano invece a livello europeo importanti avanzamenti della specializzazione nelle diverse aree tecnologiche, con posizioni di particolare spicco nell’ambito delle tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili (Belgio, Germania, Danimarca, Spagna, Francia) e con un importante consolidamento da parte di alcuni paesi nell’ambito della mobilità elettrica (Francia, Germania, Austria e Svezia). Punte di specializzazione iniziano a segnalarsi per le batterie relative alla mobilità elettrica in Germania e Austria con indici di specializzazione pari a circa 1,5, che si confrontano con quelli di Giappone e Corea (pari a 2 e a 1,9 rispettivamente), che guidano l’innovazione nel settore. Sostanzialmente immutata risulta invece su quest’ultimo versante la posizione dell’Italia, che riporta ancora un significativo svantaggio tecnologico, con un indice di specializzazione pari a 0,7; svantaggio ancora più netto se riferito alle batterie nel loro complesso (con un valore dell’indice di specializzazione pari 0,3) e che trova una qualche rispondenza nella posizione crescentemente deficitaria registrata sul fronte commerciale per gli accumulatori nella precedente Analisi trimestrale.
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