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Conti economici territoriali - Anni 2021-2023
Pil e occupazione crescono di più nel Mezzogiorno, i consumi nel Nord-est e nel Centro
Nel 2023, il Pil in volume è aumentato dell’1,5% nel Mezzogiorno, dello 0,7% nel Nord-ovest, dello 0,4% nel Nord-est e dello 0,3% nel Centro (+0,7% a livello nazionale).
Il Nord-ovest mantiene il primo posto nella graduatoria del Pil pro-capite, con un valore in termini nominali di 44,7mila euro annui, mentre nel Mezzogiorno il livello risulta leggermente inferiore a 24mila euro annui.
Nel 2023 il reddito disponibile delle famiglie per abitante del Mezzogiorno (17,1mila euro annui) si conferma il più basso del Paese: la distanza da quello del Centro-nord (25mila euro annui) supera il 30%.
Nel Mezzogiorno il tasso di crescita del Pil più elevato
Nel 2023 il Pil in volume a livello nazionale è aumentato dello 0,7% rispetto all’anno precedente. Il
Mezzogiorno ha mostrato la crescita più rilevante (+1,5%), sostenuta dalla forte dinamica registrat
nei settori delle Costruzioni (+7,3%) e dei Servizi finanziari, immobiliari e professionali (+2,8%).
L’Industria è risultata stabile rispetto al 2022, mentre in Agricoltura la diminuzione del valore aggiunto
è stata più contenuta di quella media nazionale (-2,1%, a fronte del -3,5% a livello nazionale).
Nel Nord-ovest il Pil è aumentato dello 0,7%, in linea con l’andamento medio nazionale. La crescita è
stata guidata dalla dinamica positiva del valore aggiunto nei settori dell’Agricoltura (+4,8%, unica
ripartizione in positivo), delle Costruzioni (+5,4%) e del Commercio, pubblici esercizi, trasporti e
comunicazioni (+1,7%). Si registra, invece, una flessione dell’1,9% nel valore aggiunto dell’Industria.
Nel Nord-est il Pil ha registrato una modesta crescita, pari allo 0,4%, segnata dall’andamento
fortemente negativo dei settori dell’Agricoltura (-8,0%) e dell’Industria (-1,1%). Sono state ampliamente
positive le performance realizzate nei settori delle Costruzioni (+6,1%) e del Commercio (+2,0%).
Sostanzialmente stabile è risultato il Pil nel Centro (+0,3% rispetto al 2022), sintesi di marcate flessioni
del valore aggiunto in Agricoltura e Industria (rispettivamente, -8,2% e -3,1%) a fronte di un significativo
incremento del valore aggiunto nelle Costruzioni (+8,6%) e negli altri settori dei servizi.
Nel 2023, i consumi finali delle famiglie sono cresciuti in volume dell’1,0% a livello nazionale. Le
dinamiche nelle ripartizioni sono piuttosto simili, con incrementi di poco superiori alla media nazionale
nel Centro e nel Nord-est (+1,1% rispetto al 2022) e leggermente inferiori nel Mezzogiorno (+0,9%).
Nel 2023 il reddito disponibile delle famiglie è cresciuto in valori correnti del 4,9% a livello nazionale.
L’incremento più significativo si è osservato nel Nord-Ovest (+5,7% rispetto al 2022), quello più
contenuto nel Centro (+3,9%). Sostanzialmente in linea con la media nazionale sono state le dinamiche
del reddito disponibile nel Nord-est e nel Mezzogiorno (rispettivamente, +5,1% e +4,7%).
Pil in maggiore espansione in Sicilia e Abruzzo
A livello regionale la crescita del Pil in volume più consistente si è registrata in Sicilia e Abruzzo (+2,1%
rispetto all’anno precedente), seguite da Liguria (+1,7%), Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (+1,4%),
Calabria (+1,3%), Provincia autonoma di Bolzano/Bozen, Molise, Campania e Sardegna (+1,2%, in
tutte le regioni) e Puglia (+1,1%).
In Lombardia si osserva un andamento del Pil in linea con la media nazionale (+0,7%) che è lievemente
più positivo in Veneto (+0,9%).
Incrementi del Pil inferiori alla media nazionale si rilevano nel Lazio (+0,5%), in Basilicata (+0,4%) e in
Piemonte e Marche (+0,3% in entrambe). Il Pil è risultato sostanzialmente stabile in Emilia Romagna e
nella Provincia autonoma di Trento (+0,1%) e in Toscana e Umbria (-0,1%). La diminuzione del Pil più
marcata si è registrata in Friuli-Venezia Giulia (-0,5%).
Quanto alla spesa per consumi finali delle famiglie, gli incrementi in volume più significativi sono stati
stimati nella Provincia autonoma di Trento (+2,1%), in Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste e nella Provincia
Autonoma di Bolzano/Bozen (+1,9%, in entrambe), in Toscana (+1,6%) e in Sicilia (+1,5%); seguono
Molise (+1,3%), Marche (+1,2%), Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Abbruzzo (+1,1%).
In linea con la variazione nazionale dei consumi finali delle famiglie in volume è stata la crescita in
Liguria, Puglia e Basilicata (+1,0%) e, di poco inferiore, in Piemonte e Lazio (+0,9%). Più contenute le
dinamiche rilevate in Sardegna (+0,8%), Friuli-Venezia Giulia (+0,6%), Umbria (+0,5%), Puglia e
Calabria (+0,4% per entrambe).
Pil e consumi per abitante: si amplia il divario tra Mezzogiorno e Centro-nord
Con 44,7mila euro nel 2023 (41,8mila euro nel 2022), il Nord-ovest resta la ripartizione con il Pil per
abitante più elevato (misurato in termini nominali). Seguono il Nord-est, con 42,5mila euro (39,9mila
nel 2022) e il Centro, con 38,6mila euro (36,6mila nel 2022). Il Mezzogiorno si conferma ultimo, con
23,9mila euro (22,3mila nel 2022), e si amplia ulteriormente il divario con il Centro-nord: la differenza
del Pil per abitante nel 2023 sale a 18,3mila euro, dai 17,4mila euro del 2022 (era 16,2mila euro nel
2021).
La graduatoria regionale vede in prima posizione la Provincia autonoma di Bolzano/Bozen, con un Pil
per abitante di 59,8mila euro, seguita da Lombardia (49,1mila euro), Provincia autonoma di Trento
(46,4mila euro) e Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (46,3mila euro).
Il Lazio si conferma la prima regione del Centro, con un Pil per abitante pari a 41,8mila euro, seguita
dalla Toscana (37,7mila) e, a una certa distanza, da Marche e Umbria (rispettivamente 33,2mila e
30,5mila euro).
Nel 2023 l’Abruzzo è la regione del Mezzogiorno con un Pil per abitante più alto (31mila euro), seguita
da Basilicata (27,5mila), Molise (26,7mila) e Sardegna (26,3mila). La Calabria resta stabilmente
all’ultimo posto della graduatoria, con 21mila euro, preceduta dalla Sicilia, con un valore del Pil per
abitante di 22,9mila euro.
Nel 2023, in Italia, la spesa per consumi finali delle famiglie per abitante, valutata a prezzi correnti, è
stata pari a 21,2mila euro. I valori più elevati si sono registrati nel Nord-ovest (24,2mila euro) e nel
Nord-est (23,8mila euro); segue il Centro, con 22,2mila euro, mentre il Mezzogiorno si conferma l’area
con il livello di spesa più basso (16,7mila euro).
A un maggior livello di dettaglio territoriale, consumi finali pro-capite più elevati sono stati registrati in
Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (30,5mila euro), nella Provincia autonoma di Bolzano/Bozen (28,6mila) e
nella Provincia autonoma di Trento (26mila); quelli più contenuti si sono osservati, invece, in Campania
(15,2mila euro), Puglia (16mila) e Sicilia (17mila).
In data 17 aprile 2025 alle 8.20 le tavole allegate alla statistica report “Conti economici territoriali Anni 2021-2023” sono state sostituite per un errore tecnico nella procedura di caricamento dei dati. Le revisioni rispetto alle tavole precedentemente rilasciate riguardano esclusivamente la Tavole 1 (Pil procapite regionale, anno 2021), la Tavola 3 (tasso di crescita in volume del Pil regionale, anno 2022) e la Tavola 8 (Pil procapite provinciale, anno 2021).