Agricoltura. Rainieri (Ln): canoni acqua per irrigazione troppo alti per consorzi volontari

“I consorzi volontari”, sottolinea il leghista, “gestiscono i reticoli di canali su bacini idrografici consentendo l’uso anche per scopi ambientali e igienico sanitari”

22/03/2019 17:32

I canoni di concessione per l’utilizzo del demanio idrico per irrigazione agricola sono al centro di un’interrogazione di Fabio Rainieri (Lega Nord). A stabilire il prezzo del canone su base volumetrica è la determina regionale del 2016. Prima del 2016, scrive Rainieri, “la determinazione dei canoni ‘a bocca tassata’ in Emilia-Romagna avveniva sulla portata massima assentita nell’unità di tempo, espressa in litri al secondo o moduli, come è stato confermato per i soli Consorzi di Bonifica ritenuti i soli enti, non fruitori direttamente, ma fornitori della risorsa acqua”.

L’ultima determina, sottolinea Rainieri, avrebbe comportato, invece, per alcune utenze, “un aumento smisurato dei canoni da corrispondere, anche di 30 volte superiori rispetto a quelli passati”. Fra le utenze penalizzate dai nuovi canoni per le irrigazioni effettuate a bocca tassata vi sono, scrive Rainieri, “i consorzi volontari che gestiscono reticoli di canali su bacini idrografici di migliaia di ettari, non utilizzando la risorsa idrica esclusivamente per l’irrigazione agricola ma consentendone l’uso anche per scopi ambientali e igienico sanitari quali la raccolta e lo smaltimento delle acque meteoriche, di scolo e reflue, assumendosene oneri e responsabilità – esattamente come i Consorzi di Bonifica ma senza il sostegno finanziario pubblico di cui godono questi ultimi”.  Oltre a essere un impegno gravoso, sarebbe anche difficile da quantificare tanto che spesso i consorzi volontari “si vedono attribuiti i costi dell’acqua che non utilizzano nei periodi in cui non si irriga”.

Rainieri interroga quindi la Regione chiedendo se sia consapevole dei costi delle attività agricole e, di conseguenza, dei pesanti aggravi causati dalla determina del 2016 e domanda se sia possibile intervenire per limitare i costi per i consorzi volontari. 

Il consigliere riporta anche l’esempio della Regione Lombardia che ha invece confermato la determinazione dei canoni a bocca tassata sulla base di un modulo, differenziando tra usi ‘senza’ e ‘con’ restituzione delle colature. Un metodo che potrebbe consentire, suggerisce il consigliere, di limitare i costi per l’utilizzo di acqua pubblica per l’irrigazione agricola agli utilizzatori che hanno ragioni per non dover corrispondere canoni aumentati”. 

(Francesca Mezzadri)

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