La delegazione dell'Assemblea arriva in Saharawi

19.03.2018

La delegazione dell'Assemblea arriva in Saharawi

“Siamo molto vicini alla vittoria per la nostra battaglia sull'autodeterminazione”. È il commento che il presidente della Repubblica Araba Saharawi democratica, Brahim Gali, rivolge alla delegazione dell’Emilia-Romagna in visita in questi giorni nei campi profughi algerini dove vive “provvisoriamente da più di 40 anni” il popolo del deserto. Rispetto allo scorso anno nei campi c’è maggior fermento, più positività, notano la consigliera dell’intergruppo di amicizia con i Saharawi, Nadia Rossi, le associazioni e gli enti che sono tornati nel deserto algerino per confrontarsi con le realtà del territorio in nome una causa che - politicamente parlando- sembrava giunta ad una situazione di stallo. E invece le parole positive del presidente smentiscono in parte lo sconforto e fanno pensare che il riconoscimento della Rasd piano piano si stia facendo strada a livello internazionale.

“In Africa il Marocco, ora che è stato riammesso nell’Unione Africana, ha dovuto abbassare la testa ed abbandonare la sua strategia di esclusione nei confronti dei Saharawi” spiega Gali. Dal 1984 il Marocco non faceva parte dell’Unione Africana proprio perché non voleva riconoscere la Rasd, un membro che invece negli anni, specifica il presidente “è diventato sempre più consolidato”.

Foto 1E poi la decisione dell’Alta corte di Giustizia europea pronunciata proprio il 27 febbraio (il giorno della  nascita della Rasd) di quest’anno che stabilisce che gli accordi di pesca tra l’Unione europea e il Marocco  non possono includere i territori del Sahara. E, non da ultimo, l’incontro a Berlino sull’autodeterminazione  dei Saharawi, sempre lo scorso mese, con il nuovo inviato delle Nazioni Unite, Horst Kohler, al quale hanno  partecipato anche Algeria e Mauritania, mentre il Marocco è stato convocato a Lisbona. “Segnale positivo”  per Gali visto che è imminente il primo rapporto di sicurezza che verrà redatto dall’inviato dell’Onu, e “i   tempi si possono allungare, ma ad una soluzione arriveremo”.

 “Il popolo Saharawi ha sofferto a lungo, ma nei loro sguardi ho letto soprattutto fierezza e determinazione” confida la consigliera Nadia Rossi, ricevuta anche dal Ministro della Cooperazione, Mohamed Fadel Bulahi, soddisfatto e grato del rapporto con l’Italia e soprattutto con l’Emilia-Romagna, al primo posto tra le regioni che collaborano. “L’Assemblea”, ha confermato la consigliera, “ha chiesto all’unanimità in una risoluzione alla Regione di confermare l’impegno di 130mila euro che serviranno alle associazioni, ong, enti locali a portare avanti i progetti di cooperazione”.  Alcuni nascono proprio a Smara, la wilaya (provincia) più popolosa del territorio con 50mila abitanti, prima tappa della delegazione. “Abbiamo sempre bisogno di aiuti soprattutto per cibo e acqua” spiega il governatore. Nella daira (Comune) di Mahbes è stato anche stretto un patto di amicizia con Torrile tra il sindaco saharawi e l'assessore Lucia Frasanni accompagnata da Help for children di Parma. A Mahbes la rete di cooperazione emiliano-romagnola è impegnata in diversi progetti: dalla distribuzione di capre alle famiglie più povere, ai progetti sanitari per i bambini. Due di loro sono tornati in Saharawi con la delegazione proprio in questi giorni dopo essere stati operati -con successo- in Italia.  

di Francesca Mezzadri 

Sarà possibile seguire la missione giorno per giorno dal sito dell’Assemblea www.assemblea.emr.it/saharawi

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