Nanni Menetti

Monzuno (Bo) 1939

img271.jpgVive e lavora a Bologna, con il nome di Luciano Nanni  ha insegnato Estetica e Semiotica dell’arte all’Università di Bologna.

Attivo fin dagli anni ’60, sia in campo poetico che in campo visivo, dal 1982 in poi ha firmato tutte le sue opere non più con il nome di battesimo ma con quello, appunto, di Nanni Menetti (Menetti è il cognome materno).

I materiali delle sue opere sono quelli connessi alla pratica della scrittura: carte assorbenti, carta carbone, veline ecc..,. Materiali di per sé, oggi, già rari e preziosi, ma nel caso impreziositi ancora di più dalle tracce lasciate su di essi (dalle micro-violenze esercitate su di essi) dal tempo e dalla mano dell’artista scrittore. Scrittura che ultimamente si è fatta largamente olistica, arrivando a coinvolgere le forze più in generale della natura, il gelo in particolare nella serie delle “ crio-grafie”.

Presente già negli Anni ’60 in mostre collettive di scrittura visivamente potenziata (molto importante in proposito quella internazionale organizzata presso la Casa del Mantegna a Mantova da Franco Verdi e da Adriano Spatola nel 1966), Nanni Menetti non ha più abbandonato questi interessi visivi, perseguendoli negli anni successivi soprattutto dentro la pagina e la linearità della poesia, della scrittura stessa, con la produzione di testi che  erano sì da leggere, ma anche da guardare, e da ultimo  e di nuovo (molto intensamente in questi anni a noi vicini) con il suo ritorno, in via primaria, all’occhio e alle pareti,  a partire da un io che si fa sempre più assente a tutto beneficio dell’oggettivo lavoro della natura e delle sue forze concettualmente assunte. Lavoro, questo delle crio-grafie (dal greco scritture del freddo), che ne fanno un unicum nella nostra storia dell’arte. Sono una sua invenzione assoluta.

Si tratta di una forma tutta nuova di declinare il duchampiano ready made, tesa, nel caso,  a  riportare alla nostra attenzione la natura e il bisogno, per noi, di salvaguardarne tutta la sua salvifica e pura (ma proprio salvifica perché pura) creatività.

Riceve nel 1995 il premio nazionale Lorenzo Montano (poesia) e nel 2000 il Premio internazionale Guglielmo Marconi per le arti visive.

Ha esposto in numerose mostre personali e collettive a livello nazionale ed internazionale, dall’Università di Bologna a quella di Palermo, dalla Marshal University  del Minnesota a quella di Toronto in Canada. E’ stato recentemente invitato alla mostra “Bologna dopo Morandi” 1945-2015, a Palazzo Fava Palazzo delle Esposizioni, Bologna e al MAMbo di Bologna per “My way, A modo mio” Ginevra Grigolo e lo Studio G7, 44 anni tra attualità e ricerca.

Alcuni suoi testi sono stati ridotti per il teatro e messi in scena al Dams dal regista Arnaldo Picchi.

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I colori sono quelli dell’autunno. Microviolenza 2013 criografia cm 69,6x110