Ilario Rossi

Bologna 1911-1994

img354.jpgIlario Rossi, pittore, ha vissuto  a  Bologna.  La  sua  lunga vicenda artistica si svolge attivamente per oltre sessant’anni.

Allievo di Giorgio Morandi, si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1933. Sotto l’influenza di Morandi, coglie e fa propria la struttura della composizione di Cézanne, pur impegnandosi anche in altre esperienze pittoriche, quali le inconsuete manifestazioni espressioniste della Scuola Romana e la calda sensibilità romantica di Carlo Corsi. Ma la genuina personalità dell’artista emerge prepotente dal vero, osservato e interpretato. Dipinge paesaggi, nature morte, figure, non trascurando la grafica, con passione che nasce dall’intimo e supera l’assolutismo dei toni morandiani. Vince molti premi e partecipa assiduamente alle biennali di Venezia e alle Quadriennali di Roma. E’ tra i fondatori, assieme ad Aldo Borgonzoni, Giovanni Ciangottini, Pompilio Mandelli, Luciano Minguzzi, di “Cronache”, importante attività culturale di aggiornamento che si sviluppa anche con il contributo dell’amico Carlo Corsi.

Negli anni 50 e 60 si dedica alla pittura astratta, che acquista un’impronta personale di tipo informale, anche se ispirata sempre alla natura. Il critico Francesco Arcangeli coglie la qualità intrinseca di questo nuovo filone nelle opere. Altri importanti critici dedicano all’artista la loro attenzione, come Maurizio Calvesi, che lo presenta alla Galleria La Medusa di Roma nel 1959, Gian Carlo Cavalli, Roberto Tassi, Marco Valsecchi, Luigi Carluccio, Adriano Baccilieri, Franco Basile.

Nel 1964, presentato da Marcello Venturoli, Ilario Rossi ha una sala personale alla Biennale di Venezia, dove espone opere che segnano un altro importante passaggio della sua evoluzione, caratterizzato dal rinnovato interesse per la figura umana.

Nel 1965 vince il concorso e la cattedra di pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna, di cui diventa direttore nel 1970; nel 1971 è chiamato a insegnare all’Accademia di Brera in Milano.

Nel 1976 Luigi Carluccio gli dedica una esauriente monografia. Le ultime fasi del lavoro di Rossi si manifestano come una rinnovata elaborazione dei temi che da sempre gli sono cari, ancora nel segno della composizione, tale da tollerare elaborati grafismi e estenuate evanescenze, e del virtuosistico uso del colore, che risolve  in equilibri armonici l’azzardo di tinte talvolta innaturali. Nel 1992 Franco Basile, con un’altra importante monografia, ne ha dato puntuale riscontro ripercorrendo l’intero iter creativo dell’artista. Nel 1994 Pier Giovanni Castagnoli gli dedica un volume in occasione di una mostra antologica a lui dedicata dalla Galleria d’Arte Moderna della città di Bologna. Ancora Franco Basile nel 1994, post mortem del pittore, pubblica un libro per ricordarne l’ultima estate, nel 1999 un altro, assieme ad Adriano Baccilieri e agli amici e colleghi di Rossi, Clemente Fava, Pompilio Mandelli e Vittorio Mascalchi, per valorizzarne e commentarne la meno nota ma importante attività incisoria, e nel 2000 un ultimo, collegato a una importante mostra di quadri e ritratti di personaggi illustri della storia letteraria e pittorica italiana contemporanea. Nel 2004, Beatrice Buscaroli cura la presentazione di una mostra voluta dal Comune di Monzuno, poi ripresa anche dal Comune di Sasso Marconi. Nel 2007 Adriano Baccilieri cura una mostra presso il Circolo Artistico di Bologna dal titolo “La seduzione informel”, accompagnata da una ricca e meditata monografia. Nel 2008, infine, viene aperta, presso la nuova sede di Unicredit Private Banking di

S. Giovanni in Persiceto, un’altra mostra che riprende una selezione della precedente, con alcuni elementi aggiuntivi che danno un rilievo antologico all’opera dell’artista. Nel 2011, in occasione del centenario della nascita, vi è stata una importante esposizione presso il Museo Bonzagni di Cento. Nel 2016 vengono esposti presso l’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, i disegni del 1946, donati  dal Comune di Monzuno, preparatori per l’affresco realizzato nella scuola Giaccaglia-Betti di Bologna, dal titolo “L’eccidio di Marzabotto”.

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Traccia per un bronzo 1963 olio su tela cm 136x198 Donazione eredi Ilario Rossi, Antonio Rossi

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Cartone preparatorio per “L’Eccidio di Marzabotto” 1946 tecnica mista su carta d’affresco cm 1000x300 Donazione del Comune di Monzuno (BO)