Fabio Torre

San Giorgio di Piano (Bo) 1955

img398.jpgVive e lavora a Bagnarola di Budrio. E’ laureato in Storia dell’Arte presso l’Università di Bologna.

Il contesto generale in cui si colloca il lavoro di Torre è quello del rapporto tra la pittura e le altre modalità tecniche di rappresentazione, in particolare fotografia e cinema. Nei suoi diversi cicli pittorici, l’indagine ha riguardato diversi aspetti della realtà che corrispondono ad altrettanti “luo- ghi” della fotografia. Non si è mai trattato, dunque, della cosiddetta pittura mediatica – tanto in voga negli anni ’90

– per lo più limitata alla riproduzione di copertine patinate o schermi televisivi, ma di un lavoro che della fotografia indaga il lato concettuale, cercando di rappresentare su tela non la foto, ma il “fotografico”.

Ha scritto Claudio Marra: “A tenere banco ci pare sia in- nanzi tutto quella dimensione di enigmaticità e di sospen- sione della quale in tanti casi la fotografia sa farsi portatri- ce. La scelta è insomma quella del frammento, dell’anello estratto da una catena narrativa che forse c’è dato in qual- che modo di intuire ma non di risolvere con soddisfazione piena. Ecco allora un primo scarto rispetto a talune attese fin troppo consuete e standardizzate: l’occhio meccanico non è automaticamente sinonimo di visione sicura e chia- rificatrice. Se di integrazione si vuole proprio parlare, nel caso di Torre non è l’occhio naturale a venire integrato nel- le sue carenze visive, ma casomai quello spazio mentale nel quale l’evocazione fotografica sembra funzionare non come completamento della memoria, bensì, al contrario, come interruzione del riconoscimento”.

I soggetti variano nei successivi cicli. Nei primi anni 2000 l’obiettivo è puntato su scene di strada, quindi l’ambiente tende a rarefarsi e una nutrita serie di opere riguardano   i cosiddetti non luoghi della contemporaneità: aeroporti, stazioni, sale d’attesa, dove spesso le figure si riducono a profili in controluce. A volte il soggetto è invece ben defini- to: alcune mostre sono infatti dedicate a Piero Manai, Bas Jan Ader e soprattutto alla rockstar americana Patti Smith, alla quale sono dedicati un libro di testi poetici (“A Soldier with no Shoes”) e uno fotografico (“Patti Smith – Simply  a Concert”). A Patti Smith sono dedicate alcune mostre personali (Bologna, Torino, Parma, Pietrasanta) compren- denti dipinti e fotografie.

In seguito la riflessione sui rapporti fotografia-pittura diviene più radicale. I soggetti adesso sono alcuni “luoghi” tipici della fotografia, quali il provino a contatto e il ritratto, e gli strumenti stessi del fotografare. Grandi macchine fo- tografiche, in atmosfere vagamente pop, occupano le tele e spesso vengono presentate in ripetizioni seriali, proprio riproponendo le sequenze dei provini a contatto. La mo- stra più significativa di questo periodo è “Picture Start” nel 2012 allo Studio G7.

Negli anni più recenti, un posto centrale nella produzione lo guadagna il genere ritratto. Il linguaggio è sempre quel- lo in bianco e nero del mondo analogico, i soggetti sono quelli di sempre, amici e artisti. Citando ancora Claudio Marra: “…ritratti ibridati degli amici perfetti, che mesco- lano l’obiettivo con la mano, fuori dai consueti codici del pittorialismo fotografico, instaurando un nuovo regime di artificialità naturalizzata o di natura artificializzata che in- tenzionalmente confonde i piani, impedendo di dire con sicurezza se l’immagine autentica sia quella giocata sul tempo istantaneo dello scatto fotografico oppure quella di- latata sul tempo infinito che appartiene alla pittura.” Tra le mostre più importanti sul genere, “Perfect Day” allo Studio G7 di Bologna e “A Contemporary Glance” alla Clampart Gallery di New York nel 2017.

Nel 2017 è tra gli artisti invitati alla grande mostra “My way, a modo mio” Ginevra Grigolo e lo Studio G7, 44 anni tra attualità e ricerca, presso il MAMbo, Museo d’arte mo- derna di Bologna.

Dall’inizio degli anni 2000 a oggi, Fabio Torre ha all’attivo una trentina di mostre personali in Italia e all’estero e la partecipazione a innumerevoli mostre collettive in spazi pubblici e privati.

img402.jpg
Background Noise 2002 olio su tela cm 120x160 opera pubblicata in: “Background Noise” catalogo della mostra opera esposta nelle mostre: “Background Noise” Fabio Paris Art Gallery, Brescia, 2002 “Fabio Torre” AMSTE Arte Contemporanea, Lissone, 2003.