Carlo Mattioli

Modena 1911 – Parma 1994

img242.jpgCarlo Mattioli nasce l’8 maggio 1911 a Modena da una famiglia di artisti. Il trasferimento del padre Antonio, insegnante di disegno, costringe la famiglia a prendere residenza a Parma dove Carlo può seguire  regolari  studi all’Istituto di Belle Arti. Diplomatosi, comincia immediatamente ad insegnare in Istria, ad Arezzo, a Parma, all’Accademia di Firenze ed infine a quella di Bologna. Intanto a Parma frequenta e ritrae i giovani intellettuali che allora gravitavano nella vivace orbita culturale della città: Ugo Guanda,  Oreste  Macrì,  Pietrino Bianchi, Mario Luzi, Attilio Bertolucci e altri.  Dalla fine degli anni Trenta Lina, sposata nel 1937, è l’assoluta protagonista dei suoi dipinti; sono i primi nudi   e i primi ritratti cui si affiancheranno quelli dell’unica figlia Marcella. Si apre anche, negli anni Quaranta, la stagione della grafica che avrà poi altre straordinarie parentesi come quella delle numerose illustrazioni degli anni Sessanta, testimonianza della sua profonda conoscenza della letteratura italiana ed europea. La grafica tuttavia lascia gradualmente il posto preminente alla pittura. Ai nudi, in piedi o coricati, dal 1960 al 1963, si aggiungono i ritratti, (celebri quelli dedicati a Giorgio De Chirico, Roberto Longhi, Carlo Carrà, Giacomo Manzù, Giorgio Morandi e Renato Guttuso) che compariranno di tanto in tanto lungo tutto il decennio e poco oltre. Dal 1962 la natura morta affianca e poi sostituisce gradualmente il nudo, e a sua volta lascia il posto agli studi sul Cestino di Caravaggio, che occupano il biennio 1967/1968, mentre nel 1964 compaiono, tornando costantemente fino al 1974, le vedute del duomo di Parma adagiato sui tetti della città. Del 1943 è la prima personale, su sollecitazione di Ottone Rosai, alla Galleria del Fiore di Firenze. Dal 1948 Mattioli è puntualmente presente alle varie edizioni della Biennale di Venezia dove riceve, nel 1956, dalla commissione presieduta da Roberto Longhi,  il Premio Comune di Venezia per un disegnatore. Lo stesso anno vince anche la Quadriennale di Roma. Agli inizi degli Anni Settanta compaiono i notturni, su cui scriverà pagine straordinarie Roberto Tassi. A metà degli anni Settanta i paesaggi, che occuperanno anche tutto    il decennio successivo si aprono a tonalità per lui finora inedite: le spiagge, i campi di papaveri e di lavanda, le ginestre, le aigues mortes, gli alberi, la Versilia, le colline di Castrignano, le foreste di Birnam, i boschi. Dal 1974 al 1985 nascono i ritratti della nipotina Anna impastati con i nuovi colori dei paesaggi. Nel 1982 vengono creati i muri e le travi del ciclo per una crocefissione, tenebrosa preparazione per i grandi Crocifissi. Ma anche l’Arte Sacra, come possono testimoniare le numerose opere realizzate e donate a chiese ed istituzioni religiose a partire dagli anni Cinquanta, è un capitolo che ha avuto il suo inizio in tempi lontani. Nel 1983 muore Lina. Nello stesso anno avviene la grande donazione all’Università di Parma.

La grande antologica del 1984 al Palazzo Reale di Milano inaugura una lunghissima serie di esposizioni in prestigiose sedi in Italia e all’estero. Nel 1993 esegue gli ultimi quadri    a olio, i calanchi e le Apuane di notte. Poi l’ultima serie di tempere su antiche copertine di libri. Muore a Parma il 12 luglio del 1994.

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Papaveri 1987 olio su tela cm. 87x83