Sentito in commissione il Garante dei detenuti che ha chiesto un impegno per “rilanciare lavoro e formazione” nelle carceri

21.02.2019

Sentito in commissione il Garante dei detenuti che ha chiesto un impegno per “rilanciare lavoro e formazione” nelle carceri

Presentato in commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Paolo Zoffoli, e in commissione per la Parità e per i diritti delle persone, presieduta da Roberta Mori, il rapporto dell’esecutivo regionale sulla situazione penitenziaria emiliano-romagnola per il triennio 2015-2017.

 Nel triennio la popolazione carceraria regionale è aumentata del 19,8 per cento (nel 2015 i detenuti erano 2.911 mentre nel 2017 erano 3.488). Cresce, in particolare, il numero di detenuti stranieri, più 31,4 per cento (nel 2015 erano 1.347 mentre nel 2017 erano 1.770), gli italiani sono invece aumentati del 9,8 per cento (nel 2015 erano 1.564 mentre nel 2017 erano 1.718). Le donne sono 159, rappresentano il 4,6 per cento della popolazione detenuta negli istituti dell’Emilia Romagna. L’indice di sovraffollamento è passato dal 103,9 al 124,1 per cento. In aumento, sempre nel triennio, anche il numero di ingressi negli istituti di minori, passati da 89 nel 2015 a 117 a nel 2017.

Il Garante delle persone private della libertà personaleMarcello Marighelli, ha parlato di “buoni risultati dal punto di vista della contenimento del sovraffollamento: un dato costante”. Auspicando però, con l’approvazione della riforma dell’ordinamento penitenziario, un impegno per “rilanciare lavoro e formazione nelle strutture carcerarie”, oltre a sollecitare “interventi edilizi che non sottraggano spazi alle attività, come nel caso della costruzione di nuovi padiglioni all’interno degli attuali istituti”. Il Garante ha poi rilevato che attualmente, in Emilia-Romagna, i detenuti “sono arrivati a 3.569, con flussi annui di oltre 7.000 persone”.

Dei 3.569 detenuti ospitati nelle strutture dell’Emilia-Romagna 152 sono donne (4,2 per cento), 1.844 stranieri (il 51,66 per cento), mentre 66 sono in semilibertà (dati al 31 gennaio 2019 del ministero della Giustizia).