Enti pubblici, "no all'autopromozione su Facebook"

30.05.2016

Enti pubblici,

“Le pubbliche amministrazioni devono rifuggire dalla tentazione di utilizzare i social network come strumenti di autopromozione e avere sempre chiaro che lo scopo che ispira l’uso delle nuove tecnologie non può che coincidere con le finalità istituzionali dell’ente, e dunque con l’interesse pubblico”. Il Difensore civico regionaleGianluca Gardini, è intervenuto, con parere, su un caso di utilizzo errato da parte della Pubblica amministrazione dello strumento dei social network: nello specifico il Corpo intercomunale di Polizia municipale dell’Alto ferrarese, che ha postato sulla sua pagina Facebook la notizia della conclusione della vicenda di un giovane della provincia di Ferrara allontanatosi da casa senza preavviso, per poi essere individuato dagli agenti e accompagnato in ospedale in evidente stato confusionale. Il post era accompagnato dai tag #disturbipsichiatrici #droga e da un’immagine (evidentemente di repertorio) di uno spinello.

“Seppure nel post- ha evidenziato Gardini- non fosse stata data nessuna indicazione sull’identità del ragazzo e non fosse stato fatto alcun riferimento all’origine del suo malessere, la realtà di paese in cui si è verificato il fatto e, soprattutto, i tag e la foto hanno fatto sì che la persona coinvolta fosse chiaramente identificabile così come il suo stato di salute, delineando una evidente violazione della privacy”. La pubblicazione del post su Facebook, ha aggiunto, “diretto quindi a una platea potenzialmente indefinita di soggetti, potrebbe configurare una violazione del Regolamento della Polizia municipale nella parte in cui impone ai componenti del Corpo di ‘evitare dichiarazioni pubbliche che ledano il necessario rapporto di fiducia tra la cittadinanza, l’Amministrazione e il Corpo’”. Per questo, ha rimarcato, “è necessario che la Pubblica amministrazione, più ancora che il privato, osservi una rigida netiquette nell’uso dei social network, tenendo sempre a mente che l’unica finalità che giustifica la sua presenza sui siti sociali non può essere che quella di rendere un servizio migliore al cittadino, sotto il profilo della comunicazione, della partecipazione e dell’integrazione sociale”.

Nel parere il Difensore civico ha quindi richiesto al Corpo di Polizia municipale dell’Alto ferrarese e all’Amministrazione comunale “di adottare ogni misura utile a porre riparo al grave errore commesso, valutando anche l’opportunità di una rettifica pubblica”. Invitando, inoltre, lo stesso Corpo di Polizia municipale “a prestare più cautela nella diffusione di notizie che, in quanto, in base alla normativa vigente, possono essere pregiudicati i diritti fondamentali dei cittadini coinvolti”.