Carceri. Garante: “A Ferrara ascolto psicologico per agenti penitenziari, misura da esportare”

28.09.2018

Carceri. Garante: “A Ferrara ascolto psicologico per agenti penitenziari, misura da esportare”

“Un ambiente di lavoro sereno ne migliora la qualità. Questo è vero anche per il carcere: se chi ci lavora riesce a creare un clima disponibile all’ascolto e aperto alla relazione ne beneficia tutta l’istituzione penitenziaria”. Così è intervenuto in mattinata Marcello MarighelliGarante delle persone private della libertà personale all’udienza conoscitiva in Commissione Sanità, politiche sociali, sport, politiche abitative del Comune di Bologna.

All’ordine del giorno la sindrome da burnout nella Polizia Penitenziaria, un fenomeno che coinvolge chi, come gli agenti in servizio in carcere, ha a che fare tutti i giorni con conflittualità, sofferenza e tensione. “È una situazione che si può quasi definire fisiologica- ha continuato poi il Garante- e il disagio, il bisogno di ascolto del personale tutto (agenti di Polizia penitenziaria, funzionari dell’Area giuridico-pedagogica, medici e infermieri) è percepito distintamente anche da chi, come me, frequenta il carcere da esterno”. Il miglioramento dell’ambiente dell’istituzione carcere anche per chi ci lavora è una sfida che altri hanno già raccolto, tra questi il Garante delle persone private della libertà personale del Comune di Ferrara, Stefania Carnevale, che a febbraio di quest’anno ha sostenuto, assieme al Garante regionale, il progetto Benessere sul luogo di lavoro per il personale operante nella Casa circondariale di Ferrara. Il percorso, la cui prima fase si è recentemente conclusa, prevedeva una serie di incontri tematici e uno spazio di ascolto psicologico, rivolti a tutto il personale del carcere. “Il primo report- ha riferito Marighelli- evidenzia l’efficacia del progetto che, nel rispetto delle specificità di ciascun istituto, può diventare un modello da esportare in tutte le carceri della nostra regione”.

Presenti in commissione, tra gli altri, i direttori della casa circondariale Dozza e dell’Istituto Penale Minorile, le organizzazioni sindacali, il Garante comunale e la responsabile del personale del Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria che hanno accolto con favore la proposta del Garante, che ha concluso: “Tutto questo potrà essere realizzato soltanto grazie a una stretta collaborazione tra il PRAP e la Regione Emilia-Romagna”.