Rinascere dal trauma: il progetto "La Cura"
"Gli Stati parti adottano ogni misura legislativa, amministrativa, sociale ed educativa per tutelare il fanciullo contro ogni forma di violenza [...]". Questa è parte dell'art. 19 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza da cui ha preso le mosse l'intervento della Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza Clede Maria Garavini all'iniziativa Rinascere dal trauma: il progetto "La Cura" che si è svolta al Teatro Metropolis di Bibbiano il 10 e l'11 ottobre 2018.
L'evento è stato l'occasione per raccogliere i risultati dei due anni di attività del progetto voluto dall'Unione Val D'Enza e dedicato nello specifico ai bimbi vittime di gravi traumi psicologici, quali la violenza sessuale e i maltrattamenti; un luogo dove affrontare le situazioni più complesse e seguire i bambini con psicoterapie specifiche e assistenza socio-sanitaria competente.
"Il trauma da violenza è connotato da una grande sofferenza, quando si tratta di bambini e adolescenti altera il loro sviluppo e produce delle lacerazioni molto profonde, che possono essere rimarginate solo a determinate condizioni". Così ha preso il via l'intervento della Garante che ha poi approfondito il tema della violenza intra familiare e il sistema dei servizi che la affrontano, dipingendo un quadro con diverse criticità. Le conoscenze raggiunte nel campo degli studi e della clinica, gli orientamenti/le indicazioni metodologiche predisposti non sono tradotti in operatività diffusa e il funzionamento e l'organizzazione dei servizi non facilitano le sinergie operative, quando invece nei casi di violenza sui bambini gli interventi devono essere tempestivi e concertati. A questo si aggiunge l'accentuata carenza di risorse dei centri specialistici.
Quali i percorsi avviati allora? Sicuramente questo è un fenomeno sul quale sono state fatte diverse ricerche, quantitative e qualitative, che ne hanno aumentato la conoscenza e di conseguenza una sensibilità più diffusa e una maggiore attenzione. Questo si traduce in diversi aspetti: i più giovani sono coinvolti sempre prima in progetti specifici rivolti al rispetto dell’altro, delle esigenze psicologiche e dei diritti delle persone, i servizi e le linee di intervento sono ampliati, e la formazione dei professionisti che operano in campo educativo, sociale, sanitario è sempre più specifica.