Persone e Relazioni: Periferie Esistenziali

I luoghi lontani dell'animo, di chi è emarginato dalla società: sono queste le periferie esistenziali oggetto della tavola rotonda promossa dall'Ordine degli psicologi regionale in occasione della seconda Giornata Nazionale della psicologia lo scorso 6 ottobre a Bologna.

Periferie non solo geografiche ma anche, e soprattutto, periferie esistenziali: di chi è “emarginato” dalla società, di chi non ha orizzonti di vita, di chi non riesce a far fronte alla complessità esistenziale.

Tra i relatori la Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza Clede Maria Garavini, che ha affrontato il tema con uno sguardo particolare alle persone di minore età. La Garante ha parlato della povertà infantile come elemento di disagio sociale e identificato quali fattori che vi contribuiscono la numerosità del nucleo, la monogenitorialità, il livello di istruzione dei genitori, la cittadinanza e l'età - giovane - dei genitori.

I dati ISTAT ci dicono come nel nostro paese povertà assoluta e povertà relativa nelle famiglie con almeno un minore abbiano avuto un incremento non di poco contro negli anni dal 2005 al 2015, arrivando rispettivamente a 9,3% (nel 2005 era 2,8%) e 17,7% (10,3% nel 2005). Questo significa che al sud e nelle isole il 9,2% dei bambini di età compresa tra i 5 e 15 anni non può permettersi giochi da usare in casa, il 4% non ha due paia di scarpe e il 21% non frequenta - perché non ne ha i mezzi - attività di svago fuori casa. "La mancanza di mezzi economici altera tutti i processi di socializzazione" ha poi approfondito Garavini: il bambino che ha meno possibilità di svolgere attività extrascolastiche ha meno occasioni di incontrane altri, con la conseguenza che questi bambini sono più soli.

"La povertà si può combattere", ha chiuso la Garante, "con la sinergia di tutte le forze: privato, pubblico, sociale, volontariato".

 

 

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