Una risposta sufficiente all'emergenza?

14.03.2014

Una risposta sufficiente all'emergenza?

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel suo messaggio alle Camere del 7 ottobre 2013 in tema di sovraffollamento carcerario, aveva sottolineato con forza l’indifferibilità di misure legislative capaci di porre rimedio alla grave e drammatica situazione delle carceri italiane.

 

A seguito della condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo con la sentenza "Torreggiani“ per le condizioni inumane e degradanti dei nostri istituti penitenziari, Governo e Parlamento hanno cominciato a legiferare nel tentativo di arrivare con una diversa situazione alla data del 24 maggio 2014, termine ultimo fissato dalla Corte europea per l’adozione di vere riforme. Dunque, dopo il decreto-legge n. 78 del 2013, convertito nella legge n. 94 del 2013, è arrivato un altro provvedimento (decreto-legge 23 dicembre 2013 n. 146 convertito nella legge n. 10/2014).

 

L’ufficio della Garante regionale delle persone private della libertà personale ha quindi preparato una scheda informativa per illustrate le principali conseguenze delle più recenti disposizioni. “L’intervento normativo non ha, come erroneamente sostenuto da qualcuno, effetti di tipo clemenziale- spiegano-, ma cerca di valorizzare il ricorso alle misure alternative alla detenzione, a rendere effettiva la possibilità di espulsione dei condannati stranieri non appartenenti all’UE, a rendere più effettivi i diritti delle persone detenute ampliando e valorizzando il ricorso giurisdizionale al magistrato di Sorveglianza, e introducendo il Garante nazionale”.

 

Ma ciò nonostante, appare “difficile che questo intervento normativopossa essere sufficientea risolvere i molti mali che affliggono il sistema penitenziario entro il termine di maggio 2014”.

 

Per approfondire

Il testo coordinato del Decreto legge del 23 dicembre 2013

Il testo della legge 10/2014 in materia di “misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria”

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