Primo incontro tra Giudici tutelari e Garante

09.04.2013

Primo incontro tra Giudici tutelari e Garante

I Giudici tutelari dell’Emilia-Romagna hanno incontrato per la prima volta, lunedì 18 marzo,  il Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza Luigi Fadiga. Molti gli argomenti all’ordine del giorno, ma tutti con un medesimo filo conduttore, “il tutore”.

Il confronto con il Garante e tra i Giudici ha riguardato nello specifico chi viene investito della tutela: comune, azienda asl, servizi sociali o persone singole. Pur nella diversità delle prassi amministrative/giuridiche quello che è emerso è una “preferenza” ad affidare la tutela da parte dei singoli Giudici, là dove non vi siano familiari idonei, alle istituzioni. Questo sia per superare a priori problemi di ordine burocratico ed economico (tempi più celeri, costi di cancelleria non facilmente imputabili al singolo, eliminazione della necessità di nominare un protutore), sia perché l’affidamento ad una istituzione parrebbe rendere più agevoli tutti gli adempimenti successivi quali la collocazione in una comunità piuttosto che la redazione della periodica relazione sull’andamento della tutela che obbligatoriamente il tutore deve presentare al giudice.

 

Nell’occasione il garante ha anche meglio chiarito le motivazioni del percorso di formazione per tutori volontari da lui promosso e di imminente avvio.

Affidare la tutela ad un singolo, ha precisato Fadiga, vuol dire soprattutto individuare per la persona di minore età un riferimento, qualcuno che si curi oltre che degli aspetti patrimoniali della sua esistenza anche degli aspetti più strettamente connessi ad un percorso di crescita psicologica, qualcuno con cui confrontarsi e da cui trarre sostegno per un disegno di vita che all’indomani della maggiore età dia la possibilità a questo giovane di condurre una esistenza piena e consapevole.

 

Concorde l’apprezzamento dei giudici all’imminente iniziativa, che come ha tenuto a precisare il Garante, nell’immediato si configura come sperimentazione e solo successivamente e dopo una accurata valutazione dell’esperienza, potrà diventare “prassi” consolidata per la preparazione dei tutori volontari.

L’incontro è terminato con l’impegno di tutti i presenti a condividere dati, esperienze, problemi e soluzioni attraverso la nascita di una “embrionale comunità” di pratica virtuale.

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