Sul palco, fuori dal carcere
27.05.2014
"L’arte dell’ascolto è semplice ed insieme complessa, non può essere insegnata solo attraverso le regole, in quanto l’ascolto si fonda sulla costruzione di un rapporto in cui giocano un ruolo fondamentale l’empatia e il non giudicare”: si apre così, con le parole di Paolo Billi, il volume Dialoghi sull’ascolto 2014, il progetto, ormai alla sua 13esima edizione, che per quest’anno ha avuto come tema l’ascolto e si è concluso il 22 maggio con un reading teatrale a cui hanno partecipato i ragazzi dell’Istituto penale per i Minorenni di Bologna insieme agli studenti di alcuni istituti superiori bolognesi. Ad assistere ed applaudire lo sforzo e l’ottimo risultato il Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza – Luigi Fadiga e l’ufficio della Garante regionale delle persone private della libertà personale.
Desi Bruno, assente per impegni istituzionali, ha recapitato ai ragazzi la sua lettera ideale letta in sala da Filippo Milani, responsabile del laboratorio di scrittura. La Garante nella lettera ha sottolineato l’importanza del teatro come “spazio di libertà che viene piano piano conquistato, che viene difeso. Le persone detenute che fanno teatro acquistano una consapevolezza del senso di libertà, di quella partecipazione che fa sì che diventi, fintanto che riescono a starci dentro, lo scopo, il pensiero fisso dominante della loro giornata, della loro esistenza”. E ancora – ha continuato Desi Bruno – “lo spettatore che va al teatro del carcere continua ad applaudire non tanto perché “deve”, ma perché non si può non applaudire per l’operazione o per lo sforzo quello che ne deriva è una forte emozione e l’empatia che si genera è travolgente, quasi fisica”.
Quello che si genera quindi è una forma di comunicazione: i ragazzi nel recitare trasmettono un messaggio che gli spettatori “ascoltano”, qualcosa che va al di là delle parole dette ma un insieme di suggestioni e nuove consapevolezze. Diventare consapevoli e formarsi un’opinione è uno degli aspetti fondamentali dell’esercizio del diritto all’ascolto, secondo il Garante per l’infanzia e l’adolescenza, Luigi Fadiga, che nell’intervenire all’incontro, ha sottolineato come i ragazzi – tutti i ragazzi – debbano essere ascoltati nell’espressione delle loro opinioni e supportati nella formazione delle stesse. Il diritto all’ascolto – come tutti i diritti riconosciuti dalla convenzione Onu – ha ricordato il Garante, implica comunque un forte carico di responsabilità in capo ai ragazzi, avere dei diritti infatti vuol dire prima di tutto riconoscerli negli altri.