'Situazione critica' al carcere di Castelfranco Emilia

16.04.2013

'Situazione critica' al carcere di Castelfranco Emilia

L’Ufficio del Garante regionale per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale ha effettuato una visita alla casa di reclusione di Castelfranco Emilia, nel modenese. Alla data del 9 aprile, risultano in carico alla struttura 119 persone, di cui 107 internati sottoposti a misure di sicurezza (18 in licenza finale di esperimento), e 12 detenuti con problemi di tossicodipendenza in custodia attenuata. Permane la criticità dovuta alla marcata differenziazione dei percorsi per queste due tipologie di detenuti: quelli in custodia attenuata, all’atto d’ingresso hanno firmato un “patto trattamentale”, e a loro è garantito un percorso congruo e puntuale con riferimento alla programmazione di corsi di formazione e opportunità di lavoro durante la detenzione; al contrario, agli internati, in esecuzione della misura di sicurezza della casa-lavoro, non è garantito alcun progetto che metta, come necessario, il lavoro al centro della condizione dell’internamento.

 

Dagli internati viene perciò una pressante richiesta di lavoro, in quanto sono impegnati a rotazione in mansioni cosiddette “domestiche”, con riscontri economici assai modesti. È il caso di ricordare che la quasi totalità degli internati ha già scontato la pena detentiva, e si tratta perlopiù di persone in condizione di fortissimo disagio sociale. Inoltre, molti di loro hanno problemi psichiatrici, alcuni dei quali con doppia diagnosi, potendo contare sull’aiuto di una sola operatrice per un complessivo monte ore di 24 ore al mese. La situazione risulta essere complessa anche per la magistratura di sorveglianza, talvolta “costretta” alla proroga della misura di sicurezza, risultando difficile reperire e porre in essere progetti orientati al reinserimento nella società di queste persone. L’auspicio è che l’intervento del Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria - con cui l’Ufficio del Garante e l’Università di Bologna sono in contatto anche al fine di organizzare una giornata di studi sulla condizioni degli internati - “possa contribuire al miglioramento della situazione, con particolare riguardo all’avvio di attività lavorative”. A giudizio del Garante, “restano notevoli le potenzialità non espresse della struttura di Castelfranco: ci sono due enormi officine meccaniche in uno stato prossimo all’abbandono; risultano sottoutilizzati anche l’azienda agricola (decine di ettari non curati), l’area pedagogica (oltre 2.000 metri quadrati di fabbricato), la biblioteca, i laboratori e le aule”.

 

Dall’Ufficio del Garante viene l’auspicio che nel nuovo Parlamento si possa dare impulso all’iter legislativo del disegno di legge di iniziativa dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna presentato alle Camere, già nel 2010, per abrogare le norme del Codice penale che prevedono l’assegnazione alla casa-lavoro o alla colonia agricola. Con tutta evidenza, queste misure detentive non stanno funzionando, non assicurano un lavoro, né il reinserimento sociale.

Azioni sul documento