Garante detenuti, sopralluogo al carcere di Parma

08.04.2013

Garante detenuti, sopralluogo al carcere di Parma

Sono 650 le persone complessivamente detenute negli istituti penitenziari di Parma a fronte di una capienza regolamentare di 429 posti, carcere quindi sovraffollato ma in una situazione decisamente meno critica di altri istituti della regione.

Dato caratteristico delle presenze negli istituti penitenziari di Parma è la complessità delle diverse tipologie di detenuti, convivono, infatti, detenuti sottoposti al regime del 41bis (68), ergastolani (77), centinaia di detenuti in alta sicurezza, paraplegici e minorati fisici (18), ricoverati nel Centro Diagnostico e Terapeutico (33; si tratta di un presidio per il trattamento di patologie in fase acuta o cronica in fase di scompenso), continui nuovi ingressi anche di provenienza extra-regionale, e ancora detenuti cosiddetti “protetti” (autori di reati sessuali), e infine molti stranieri. Fra gli ergastolani, molti sono i cosiddetti “ostativi”, per i quali è previsto davvero un “fine pena mai”, non avendo alcuna prospettiva di accesso alle misure alternative alla detenzione: la loro principale richiesta è quella di poter scontare la detenzione in maniera dignitosa, se possibile con un’occupazione lavorativa stabile.

Questo la situazione che ha trovato Desi Bruno, Garante regionale dei diritti delle persone private della libertà personale, nel corso della sua ultima visita all’istituto.

In quell’occasione la Garante ha avuto la possibilità di effettuare un sopralluogo negli ambienti dedicati ai colloqui con i famigliari. Si tratta nel complesso di locali adeguati, tra questi è particolarmente accogliente la sala riservata ai giochi per i bambini, gestita dai volontari dell’associazione “Per ricominciare” di Parma, che garantiscono la loro presenza in diverse giornate della settimana durante l’orario dei colloqui.

Dall’incontro con i detenuti, è comunque emerso che la”gestione” dei rapporti con la famiglia e l’organizzazione dei colloqui potrebbe essere migliorata. La mancanza idonee strutture di riparo all’esterno del carcere,  crea spesso disagio ai familiari e alle persone in attesa che sono costretti a  restare all’addiaccio, in balia delle intemperie fino a quando non viene loro consentito di entrare. In questo scenario, l’installazione di una pensilina nello spazio antistante alla sala d’attesa renderebbe più confortevole la permanenza all’aperto, offrendo qualche riparo in condizioni climatiche avverse.

L’auspicio della Garante è che la cosiddetta “rivoluzione normale” che sta attuando l’Amministrazione penitenziaria - con la previsione di riorganizzare in modo omogeneo i circuiti penitenziari - possa al più presto garantire effetti positivi anche sulle due realtà carcerarie di Parma, garantendo un salto di qualità sia delle risorse trattamentali che della qualità della vita detentiva.

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