Crolla l'affluenza alle urne in carcere

24.06.2014

Crolla l'affluenza alle urne in carcere

In Emilia-Romagna sono 58 i detenuti che hanno votato alle elezioni del 25 maggio scorso.  Si tratta di un numero in calo rispetto a quello registrato nelle precedenti consultazioni elettorali, alle quali avevano preso parte 92 persone. A prima vista il dato potrebbe trovare spiegazione nella generale tendenza a recarsi maggiormente alle urne in occasione delle elezioni nazionali che non in quelle europee.

 

Tuttavia, ad un’analisi più approfondita è possibile constatare che in alcuni territori il numero dei detenuti votanti è rimasto sostanzialmente invariato (se non addirittura aumentato), mentre in altri è decisamente crollato. In dettaglio, a Bologna hanno votato 19 persone (11 nel 2013), a Ferrara 18 (13 nel 2013), a Piacenza 5 (6 nel 2013), a Rimini 1 (15 nel 2013), a Ravenna 2 (23 nel 2013), a Reggio Emilia 3, a Parma 2, a Forlì 6, a Castelfranco Emilia nessuno (come nel 2013).

 

Rispetto al numero complessivo dei detenuti presenti (che nella nostra Regione si attesta sulle 3.200 persone), comunque, sono complessivamente pochi quelli che esercitano il diritto di voto. Questo è motivato prevalentemente dalla massiccia presenza di stranieri (che negli istituti dell’Emilia-Romagna sono 1.600) e dal fatto che per molte persone alla condanna consegue anche l’interdizione dal diritto di elettorato attivo.

 

A ridimensionare ulteriormente il dato, poi, contribuiscono anche una serie di difficoltà di ordine amministrativo.  Per esercitare il suo diritto, infatti, il detenuto deve far pervenire al Sindaco del Comune nelle cui liste elettorali è iscritto una dichiarazione della propria volontà di esprimere il voto nel luogo in cui si trova, con in calce l’attestazione del Direttore dell’Istituto comprovante la sua detenzione.  Una volta segnalato nell’apposito elenco, si può votare nel luogo di detenzione, ma previa esibizione della tessera elettorale (che, in caso di persone altrove residenti, dovrà essere recapitato entro il giorno delle elezioni).

 

Sicuramente, quindi, la complessità del luogo “carcere”, la carenza di informazioni e le procedure burocratiche aumentano la difficoltà dei detenuti ad esprimere il proprio voto, nonostante questo costituisca un diritto costituzionalmente garantito e fondamentale per sentire riconosciuto il proprio diritto di cittadinanza.

 

Risulta pertanto imprescindibile il lavoro di sollecitazione realizzato all’interno delle strutture, sul quale anche i Garanti sono chiamati a fare la loro parte per favorire in massimo grado la circolazione delle informazioni. Da questo punto di vista, è possibile registrare che le province nelle quali il numero di detenuti votanti si è mantenuto più costante sono proprio quelle nelle quali è presente anche una figura di garanzia a livello territoriale.

 

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