Come e perchè si muore in carcere

29.01.2014

Come e perchè si muore in carcere

Nel corso dell’anno 2013 sono state 42 le morti in carcere a causa di suicidio, un dato in controtendenza rispetto all’anno precedente, quando se ne erano registrate 52. Ma il nuovo anno non si è avviato sotto i migliori auspici : infatti al 22 gennaio 2013 le morti per suicidio all’interno delle carceri italiane sono già quattro.

 

Indubbiamente la prevenzione del suicidio nel contesto detentivo non è facilmente praticabile: occorrerebbero infatti condizioni di vita accettabili, il riconoscimento nonché la necessità di farsi tempestivamente carico dei problemi di natura psichiatrica, il controllo sui fattori di rischio personali e ambientali che sono accentuati da un contesto rigorosamente organizzato e fortemente spersonalizzante.

 

Sull’argomento, nel corso degli anni si è espressa più volte anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità suggerendo un programma di prevenzione che preveda il coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali e non che ruotano intorno al pianeta carcere La prima strategia possibile potrebbe essere quella di una buona integrazione dei servizi : Amministrazione Penitenziaria, Asl, operatori degli enti locali e del volontariato dovrebbero poter svolgere la propria attività in un contesto caratterizzato dagli strumenti tipici del lavoro di rete, con momenti sia formali che informali di controllo e scambio di informazioni e conoscenze. L’Amministrazione penitenziaria è poi intervenuta ripetutamente con circolari per la prevenzione del rischio suicidario , soprattutto in carceri troppo affollate e con particolare riguardo a chi entra in carcere per la prima volta.

 

Sull’argomento si è espressa nuovamente anche la Garante regionale dei detenuti, Desi Bruno che ,all’indomani dei due eventi luttuosi avvenuti nel carcere della Dozza di Bologna e di Parma , in quest’ultimo caso appunto per suicidio , ha ribadito come la necessità di “una continua e costante attenzione alle problematiche connesse alle condizioni di vita in carcere, sia per quanto riguarda la salute, sia per il rischio suicidario, particolarmente presente nelle persone in stato di custodia cautelare”.

 

“Nonostante gli interventi normativi posti in essere – afferma la Garante - e la flessione delle presenze negli istituti penitenziari, peraltro contenuta, siamo ancora lontani dal ritenere superata l’emergenza carceraria, acuita dalle risorse umane e materiali insufficienti a rispondere ai bisogni primari delle persone detenute presenti negli istituti .

 

 

Per approfondimenti Dossier Morire in carcere

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