Carceri, accordo Garante detenuti-Ateneo Bologna

06.02.2013

Carceri, accordo Garante detenuti-Ateneo Bologna

Il Garante regionale per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale e il Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Bologna hanno sottoscritto un accordo di collaborazione, che è stato presentato oggi alla Scuola di Giurisprudenza (via Zamboni 22) da Desi Bruno, Garante regionale, e Massimo Pavarini, ordinario di Diritto penale presso l’Università di Bologna. A seguire, si è svolto un convegno dedicato alla “Emergenza carceri: Pacchetto Severino e prospettive di riforma”, nel quale è intervenuta anche la presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Palma Costi.

L’accordo di collaborazione stipulato da Università e Garante dei detenuti parte dal presupposto che la Regione sia ormai l’articolazione fondamentale del processo di apertura del sistema penale penitenziario alle opportunità del territorio; ciò alla luce delle nuove competenze in materia di sanità penitenziaria, di territorializzazione della pena, di assistenza post-penitenziaria, nonché quelle riferite all’offerta di occasioni lavorative per l’esecuzione di pene sostitutive e misure alternative al carcere. Finalità e obiettivi dell’accordo si sostanziano nella produzione di consulenza, ricerca e studio da parte del Dipartimento universitario a supporto delle attività istituzionali degli uffici del Garante regionale.

Presso l’Alma Mater Studiorum, sono da tempo oggetto di studio e approfondimento le questioni giuridiche concernenti la pena carceraria e, in generale, l’esecuzione della pena, sia attraverso la docenza di discipline specialistiche (Diritto penitenziario, Diritto dell’esecuzione penale), che di attività di ricerca. Già da alcuni anni la Facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo bolognese si è fatta interprete della necessità di rivolgere la propria attenzione nell’investimento di risorse didattiche in favore della giovane popolazione carceraria; è stato individuato l’obiettivo di implementare l’offerta di corsi di laurea in materie giuridiche all’interno delle carceri, anche grazie al contributo degli enti locali e del volontariato.

L’accordo prevede, fra l’altro, il finanziamento di una borsa di studio (o assegno di ricerca) in favore di un laureato in Giurisprudenza per una ricerca finalizzata alla ricognizione a livello regionale delle risorse del volontariato in tema di assistenza penitenziaria e post-penitenziaria, nonché per una ricerca finalizzata alla ricognizione e all’analisi dello stato dell’attuale sistema della legislazione penale, con riferimento alla misura di sicurezza detentiva della casa di lavoro e ai progetti di legge per l’abolizione della stessa. È poi indicato l’impegno a finanziare un’altra borsa di studio (o assegno di ricerca) in favore di un giovane dottorando, che presenti un progetto di ricerca su una tematica preventivamente individuata di interesse per le attività dell’ufficio del Garante regionale. Si prevede, inoltre, un impegno diretto di docenti di discipline penal-penitenziarie, a coordinare tesi di laurea su argomenti che siano di interesse per le attività di cui all’ufficio del Garante.

Nel suo intervento, Palma Costi ha segnalato la forte attenzione al tema delle carceri da parte dell’Assemblea legislativa, manifestato con l’approvazione di vari atti, coerenti con quanto affermato dal presidente della Repubblica, secondo cui le condizioni di vita nelle carceri costituiscono un fondamentale indicatore di civiltà di un Paese. L’Assemblea, inoltre, ha approvato un progetto di legge nazionale, inviato alle Camere, per arrivare a un rapido superamento delle case lavoro.

Palma Costi ha auspicato che il prossimo Parlamento dia rapidamente corso a un progetto organico di riforma, che consenta di affrontare la gravissima emergenza in atto: "Serve un profondo ripensamento sul significato della detenzione e della pena- ha detto la presidente dell'Assemblea legislativa-, senza dimenticare il valore costituzionale di concetti quali la rieducazione e il reinserimento di chi è stato privato della libertà personale".

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