"Al carcere di Rimini serve una direzione stabile"

18.12.2014

Sovraffollamento sotto controllo, regime “a celle aperte” in vigore, condizioni strutturali e igieniche accettabili, ma restano i problemi di un direttore che ricopre l’incarico in due strutture, rendendo quindi impossibile garantire la propria presenza costante, e dei tempi di risposta troppo lunghi da parte del magistrato di sorveglianza, almeno secondo una rappresentanza di detenuti che è arrivata anche allo sciopero della fame per protesta: è questa la situazione al carcere di Rimini, che la Garante regionale delle persone private della libertà personale, Desi Bruno, insieme al Garante del Comune di Rimini, Davide Grassi, ha visitato il 15 dicembre. 

Su un numero complessivo di 111 detenuti, 57 sono gli stranieri, 50 i tossicodipendenti, 49 gli imputati, 16 gli appellanti, 7 i ricorrenti, 39 i definitivi, 5 i semiliberi. La capienza regolamentare nell’istituto è fissata a 139, con la capienza tollerabile che, secondo il Dipartimento amministrazione penitenziaria, può toccare quota 183: i numeri relativi alle presenze, quindi, sono risultati, in linea con gli altri dati regionali, relativamente al profilo del sovraffollamento, sostanzialmente sotto controllo. 

Permane la criticità, segnala però la Garante, relativa all’attribuzione della direzione ad un ruolo direttivo che già riveste la titolarità della funzione in un altro istituto, con la conseguente impossibilità di poter assicurare la propria fondamentale presenza all’interno in ragione del doppio incarico. 

La vocazione dell’istituto, nell’ambito della piena realizzazione del circuito penitenziario regionale, sarà di ospitare persone che non sono condannate in via definitiva, ma in custodia cautelare, e già in questo senso sta venendo a caratterizzarsi operativamente: 39 sono infatti i condannati in via definitiva, a pene tendenzialmente non lunghe.

Nelle sezioni detentive vige il regime “a celle aperte”, con i detenuti che possono restare all’esterno della camera detentiva fino a 9 ore al giorno circa, con una tendenziale separazione fra imputati e condannati in via definitiva. Gli ambienti della prima sezione, che ospita al momento 30 detenuti, risultano oggi essere stati sanificati, grazie anche al contributo della Camera penale di Rimini per l’acquisto delle vernici per la tinteggiatura, e anche il tetto è stato rifatto. La difficoltà maggiore sta nell'aver in un unico ambiente cucina e servizi igienici: permane quindi la necessità di lavori complessivi di ristrutturazione, che potranno però essere avviati solo dopo l’apertura della seconda sezione, da circa 25 posti, completamente rinnovata e in attesa solamente di collaudo, con lo spostamento dei detenuti nei nuovi ambienti.

Proprio in questi giorni sono iniziati, anche con il contributo lavorativo di tre detenuti alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria che si occupano della manutenzione ordinaria dei fabbricati, i lavori in economia relativi alla sesta sezione, che prevedono l’adeguamento degli ambienti destinati ad ospitare detenuti transessuali.

Nel complesso quindi, riferisce Bruno, le condizioni strutturali e igieniche del carcere risultano essere complessivamente accettabili, come anche certificato dall’ultimo rapporto semestrale dell’Ausl di Rimini redatto dopo la visita effettuata il 20 novembre 2014; si registra però che nell’infermeria sono evidenti sui muri e nel soffitto infiltrazioni di acqua nell’intonaco non compatibili con il tipo di attività che viene svolta all’interno e che pertanto riveste carattere di priorità la sistemazione della struttura sanitaria.

Risulta essere sensibilmente sottoutilizzata la sezione Andromeda a custodia attenuata, in cui vengono collocati i detenuti tossicodipendenti o alcoldipendenti, selezionati dalla direzione e dell’Ausl, in attesa dell’accesso a misure alternative alla detenzione con finalità terapeutiche: ospita cinque detenuti a fronte di una capienza prevista di quindici. Alla sezione Andromeda si accede dopo un percorso nella sezione Cassiopea, dove sono collocati detenuti tossicodipendenti.  Rimane inoltre il problema relativo alla sistemazione dell'area esterna destinata ai colloqui estivi tra detenuti e famigliari con figli al seguito. Sarà importante, suggerisce la Garante, intervenire in anticipo, al fine di assicurare che, per il prossimo anno, questo importante luogo di incontro per i detenuti e i propri famigliari torni ad essere utilizzato. 

In un contesto in cui il numero delle professionalità giuridico-pedagogiche, in totale cinque, risulta più che congruo a fronte di 39 condannati in via definitiva, si deve registrare l’estremo disagio che una rappresentanza di detenuti, che in passato per analoghe questioni ha intrapreso uno sciopero della fame collettivo, ha  manifestato ai Garanti relativamente ai rapporti con il magistrato di sorveglianza competente, lamentando lunghi tempi di attesa per le risposte, con particolare riguardo alle istanze volte ad ottenere la liberazione anticipata e ai permessi premio, con i detenuti che hanno presentato istanza per trascorrere qualche giorno con la propria famiglia in occasione delle festività natalizie che, alla data delle visita, non hanno ancora avuto alcuna forma di risposta. Infine, segnala Bruno, attendono una definizione operativa i progetti fra direzione del carcere e Comune al fine di impiegare i detenuti in lavori di pubblica utilità all’esterno del carcere, con la selezione dei detenuti da coinvolgere che è già intervenuta, ma non sono stati ancora individuati i lavori da far svolgere ai detenuti da parte del Comune di Rimini.

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