Fusione Comuni Modena. Lama Mocogno-Montecreto: Aula ratifica stop al percorso

Si ferma il percorso del progetto di legge per istituire un nuovo Comune unico tramite fusione. Relatrice Serri (Pd): “Comuni resteranno distinti”. Critiche da Bargi (Ln), Gibertoni (M5s), Galli (Fi) eTagliaferri (Fdi)

29/01/2019 12:40

L’Aula ratifica lo stop al progetto di legge per l’istituzione di un nuovo Comune unico tramite fusione dei Comuni di Lama Mocogno e Montecreto, in provincia di Modena. Decisiva la mancata vittoria del ‘sì’ in entrambi i comuni in occasione del referendum consultivo del 7 ottobre scorso (a Montecreto avevano vinto i ‘no’, seppure di poco, ndr).

Il percorso legislativo – evidenzia Luciana Serri (Pd), relatrice di maggioranza – s’interrompe e i due Comuni rimarranno distinti.

Per Stefano Bargi (Ln), relatore di minoranza, è bene, dopo qualche esitazione post referendum, che si sia proceduto ad arrestare il percorso di fusione senza forzature e senza mettere pericolosamente in contrapposizione la volontà degli elettori e quella eventualmente di segno opposto dei due Consigli comunali.

Giulia Gibertoni (M5s) ha puntato il dito contro le strumentalizzazioni politiche che hanno caratterizzato il percorso di fusione. Si è trattato – ha spiegato la consigliera – di una serie di forzature operate dalla maggioranza capitanata dal Pd, sia locale sia regionale, che hanno indotto i cittadini a bocciare la fusione, lasciando così senza risposta le istanze di attenzione e aiuto provenienti dalle comunità locali. A questo punto – ha sottolineato la pentastellata – è auspicabile una presa di distanza dalle contrapposizioni create fra i cittadini da chi ha forzato il percorso di fusione, al fine di addivenire a proposte il più possibile condivise per promuovere coesione sociale e contrastare lo spopolamento di questi due comuni montani.

Andrea Galli (Fi) ha espresso soddisfazione per l’interruzione del processo di fusione, a suo avviso contro natura ma, nonostante questo, perseguito fino alla fine con pervicacia dal Pd. Il metodo delle fusioni – ha rimarcato il forzista – va rivisto se non si vuole dare l’impressione ai cittadini che la fusione sia un modo per accorpare un comune piccolo a uno più grande, configurando una sorta di annessione di una comunità locale a un’altra.

Giancarlo Tagliaferri (Fdi) ha accolto con favore l’interruzione del processo legislative dopo che, nonostante l’esito referendario contrario alla fusione, si erano profilate avvisaglie di forzature politiche da parte del Pd che sarebbero state molto impattanti per la tenuta di corretti rapporti istituzionali

(Luca Govoni)

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