Piano degli investimenti per l'Europa

InvestEU

Il Piano degli investimenti per l'Europa

Nel  novembre del 2014 La Commissione europea propone il Piano di investimenti per l'Europa per rispondere alla necessità di intervenire per affrontare il problema dei bassi livelli di investimento per stimolare la crescita e l'occupazione. A marzo 2015 gli Stati Membri approvano all'unanimità il regolamento sul Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (FEIS) che diverrà operativo a settembre 2015.

Il piano degli investimenti per l'Europa si incentra sulla rimozione degli ostacoli agli investimenti, sulla necessità di dare visibilità e assistenza tecnica ai progetti di investimento e su un uso più intelligente delle risorse finanziarie nuove ed esistenti. Per conseguire questi obiettivi il piano prevede interventi in tre ambiti:

  • mobilitare investimenti
  • sostenere gli investimenti nell'economia reale
  • creare un ambiente favorevole agli investimenti

 

Il Piano InvestEU nella prossima programmazione finanziaria dell’UE (2021-2027)

Basandosi sul successo del piano, il programma InvestEU stimolerà ulteriormente gli investimenti, l'innovazione e la creazione di posti di lavoro in Europa e mobiliterà investimenti aggiuntivi per almeno 650 miliardi di euro nel prossimo bilancio a lungo termine dell'UE.

Il programma riunirà sotto un unico tetto il Fondo europeo per gli investimenti strategici e altri 13 strumenti finanziari dell'UE a sostegno degli investimenti, rendendo più semplice l'accesso ai finanziamenti dell'UE e migliorandone l'efficacia.

A settembre 2019 gli accordi approvati nel quadro del piano Juncker ammontano a 79,7 miliardi di euro di finanziamenti e riguardano tutti e 28 gli Stati membri. Secondo le previsioni, circa 972.000 start-up e piccole e medie imprese (PMI) beneficeranno di un accesso agevolato ai finanziamenti.

Attualmente, i primi cinque paesi in classifica per quanto riguarda gli investimenti previsti in rapporto al PIL sono la Grecia, l'Estonia, il Portogallo, la Bulgaria e la Lettonia. La BEI ha approvato finanziamenti per 57,8 miliardi di euro a favore di progetti infrastrutturali e innovativi, che dovrebbero generare a loro volta 262,6 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi. Il Fondo europeo per gli investimenti, che fa parte del gruppo BEI, ha approvato accordi per 21,9 miliardi di euro con banche intermediarie e fondi per finanziare le PMI, che dovrebbero a loro volta generare 170,6 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi.

Una ripartizione per paese è disponibile sul sito web del piano Juncker.

Europe Direct Emilia-Romagna

Il Progetto InvestER di Europe Direct Emilia-Romagna. Europe Direct Emilia-Romagna ha vinto il bando europeo per azioni di comunicazione 2017 sul Piano europeo degli investimenti. Il progetto si è svolto dal 1 gennaio al 31/12/2017Vai alla pagina web del progetto #InvestER

Piano europeo per gli Investimenti Esterni

A fine 2017 la Commissione ha istituito un nuovo fondo europeo per lo sviluppo sostenibile  (ESDF) per rispondere alle sfide che l'Europa si trova ad affrontare ai suoi confini, per ridurre la povertà e consentire uno sviluppo inclusivo e sostenibile anche in Africa e nel vicinato dell'UE. Il nuovo fondo da il via all'ambizioso Piano per gli Investimenti Esterni (PIE), parte integrante del più ampio Piano degli Investimenti per l'Europa. Il Fondo, sulla falsariga del Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici, stimolerà gli investimenti pubblici e privati rimuovendo alcuni ostacoli alla crescita dei paesi partner e delle cause profonde della migrazione irregolare. Il nuovo piano per gli investimenti esterni  mobiliterà 44 miliardi di euro di investimenti sostenibili per l'Africa e i paesi del vicinato dell’UE. Sono cinque gli ambiti di investimento, le cosiddette "finestre di investimento", nei quali saranno attuate le prime azioni del piano per gli investimenti esterni (PIE), tutti cruciali per lo sviluppo sostenibile dei paesi africani e del vicinato dell'Unione: "Energia sostenibile e connettività", "Finanziamento delle micro, delle piccole e delle medie imprese (MPMI)", "Agricoltura sostenibile, imprenditori rurali e agroindustria", "Città sostenibili" e "Digitale per lo sviluppo".