10 dicembre: 70 anni di diritti umani

Oggi è il 10 dicembre. Come ogni anno celebriamo la giornata internazionale dei diritti umani.

Alla fine della seconda guerra mondiale tanti uomini decisero, in vari ambiti, di mettersi insieme al di là delle differenze, per ricostruire su nuove basi la futura società. La Costituzione italiana è nata così, così è nato il primo embrione di Unione europea.

Così è nata la Dichiarazione universale dei diritti umani, la prima di tante altre dichiarazioni o Carte dei diritti che hanno affrontato ed aggiornato via via i diritti umani in diverse aree del mondo o in diversi ambiti.

Quella spinta in avanti, dettata non più da volontà di potenza, bensì dal desiderio di pace ha prodotto buoni frutti per tutta l’umanità.

Ora questa tensione si avverte meno forte negli animi umani. Sembra quasi che i diritti possano essere considerati una sorta di lusso che non ci si può più permettere.

Il 10 dicembre serve quindi anche per ricordarci cosa può succedere se ci dimentichiamo che i diritti umani non sono mai un lusso, ma una cosa giusta, semplicemente giusta.

Ci piace ricordare per esempio che quest’anno, poche settimane fa, è stato attribuito il premio Nobel per la pace a due persone che si sono distinte per aver difeso il diritto delle donne a non essere violentate in situazioni di guerra. Lo hanno ricevuto una donna e un uomo.

Nadia Murad Basee Taha, donna yazida divenuta insieme a tante altre schiava sessuale prigioniera dell'Isis in Iraq,  che una volta scappata ha dedicato la sua vita alla lotta alla tratta degli esseri umani e delle donne in particolare.

Denis Mukwege, è un medico congolese che dedica la vita a ricostruire i corpi e le vite di decine di migliaia di donne e ragazze congolesi, vittime di stupri collettivi e di brutali violenze sessuali.

Entrambi hanno ricevuto, nel 2016 e nel 2014 il premio Sackarov del Parlamento europeo.

Il tema della violenza alle donne, ma in generale il tema dei diritti delle donne non è però solo un problema che riguarda situazioni estreme come quelle irachene o congolesi. Sappiamo che questo tema riguarda moltissimo anche l’Europa e il nostro paese e sappiamo che su questi temi, nonostante esistano leggi precise che garantiscono diritti di non discriminazione, i dati a disposizione ci parlano di un aggravamento della situazione.

La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e la sua celebrazione in tutto il mondo il 10 dicembre è importante quindi soprattutto da un punto di vista culturale. Ci ricorda, su questa questione come su tante altre, che i diritti non sono mai acquisiti per sempre, anche quando ci sembra di esserci arrivati, è sempre possibile tornare indietro.