In un paese percorso da furiosi umori anti-europeisti come la Gran Bretagna, è una sorpresa scoprire in un sondaggio che la maggioranza dei giovani è contraria all’uscita dall’Europa. Si osserva un salto generazionale tra i meno giovani e i più giovani, vissuti in un mondo di frontiere aperte e abituati a pensare il lavoro in una prospettiva non soltanto nazionale.

E’ interessante che i giovani sono più morbidi anche nei confronti degli immigrati, il cui arrivo dall’est europeo, dopo la caduta delle precedenti leggi restrittive, è descritta dai tabloid conservatori come una invasione barbarica. Sander Katwala, direttore del pensatoio “British Future”, spiega come i dati mostrino che le nuove generazioni considerano la libertà di movimento all’interno dell’Unione “come una strada a due direzioni”.

Secondo Katwala: “mentre molti britannici più anziani vorrebbero alzare un ponte levatoio per fermare i nuovi immigrati, i nipoti sono preoccupati che questo danneggi le loro possibilità di trovare lavoro all’estero”.

Il sondaggio della Icm Research, che sarà pubblicato questa settimana, mostra che il 41 per cento degli adulti tra i 18 e i 24 anni, sono fermamente convinti della necessità di rimanere in Europa (Cameron ha ambiguamente promesso un referendum uscire-restare per il 2015, in caso di vittoria conservatrice alle elezioni). I contrari nella medesima fascia sono il 32 per cento, una differenza di 8 punti.

Un rapporto più che rovesciato se andiamo nella fascia oltre i 65 anni, dove il 60 per cento è decisamente favorevole all’uscita dal club europeo e soltanto il 25 per cento è contrario. “La nostra ricerca - sostiene Kawala - indica che i giovani sono più liberali e meno disposte ad accogliere pregiudizi nel dibattito sull’immigrazione”. Insomma, la nuova generazione globalizzata e individualistica contro la vecchia, ancora legata alle schegge di un mondo di valori (e pregiudizi) condivisi.

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