Il dolce di San Michele, la torta tipica di Bagnacavallo (Ra)
Si tratta di un dolce molto particolare, inserito nell’elenco dei prodotti tradizionali dell’Emilia Romagna e si prepara (noi vi diamo solo gli ingredienti perché la ricetta è segreta) con mandorle, nocciole, noci, pinoli, gelatina di albicocca, crema e farina. Il colore comprende tutte le sfumature del giallo, la consistenza è morbida e la pasta friabile. Per la solarità del colore e in virtù degli ingredienti di cui è composta (la frutta secca), sembra esprimere intrinsecamente il significato arcaico della festa di San Michele: un rito equinoziale con cui, nei tempi antichi, si celebrava il passaggio dalla stagione estiva a quella autunnale. Fin dagli anni intorno al mille la festa del patrono di Bagnacavallo, l'arcangelo Michele, era un'occasione per concedere qualcosa anche alla gola. I dolci di allora erano focacce al miele con frutta secca di stagione. Rimanendo sostanzialmente nello stesso filone, pur con le dovute varianti che la tecnica dolciaria ha acquisito negli anni, i fornai della città preparano questo dolce, che prende il nome dal Santo patrono, unicamente durante la settimana della festa. Festa che ha origine antichissime: i primi documenti in cui viene citata la ricorrenza risalgono al 1202. Per secoli la manifestazione più importante è stata la corsa dei cavalli berberi, che vedeva protagonisti tre o quattro cavalli velocissimi, impegnati a percorrere nel minor tempo possibile una distanza predeterminata.