I viaggi della fame

Setacciando archivi e frugando nelle parrocchie, è stata ricostruita la diaspora parmense ai quattro angoli del mondo. Dalle valli del Taro e del Ceno partirono orsanti, suonatori di organetto, merciai ambulanti, gelatai e uomini-orchestra. Molti approdarono in Svezia.

Dalle valli del Nure, del Ceno e del Taro, da Fontanellato, Bettola, Ferriere, Tarsogno provenivano i suonatori d’organetto che, accompagnati da scimmiette o da orsi, battevano le strade del Grande Nord. In Svezia è diventato leggendario Antonio Franchi di Tarsogno, il “re dei suonatori d’organetto”. Si
racconta che quando arrivava lui, nei cortili dei caseggiati di Stoccolma, le ragazze abbandonavano di colpo le faccende domestiche per andarlo a sentire. Si affacciavano alla finestra e se lo mangiavano con gli occhi, tanto era bello e con una splendida voce. A Franchi si attribuisce il merito di aver introdotto il
gelato in Svezia, assumendo alle proprie dipendenze un tale Pietro Ciprian della provincia di Belluno, inventore di una ricetta segreta con cui ancora oggi i suoi discendenti fanno il gelato a Stoccolma.
Un altro che il nomadismo l’aveva nel sangue era Guglielmo Puelli, arrivato in Svezia nel 1880 dopo aver attraversato Russia e Finlandia. Dalla Russia aveva portato un orso gigantesco da lui stesso ammaestrato. La moglie Johanna, svedese, lo seguiva vendendo palloncini e giocattoli. Notizie di stampa riferiscono che Puelli dormiva con l’orso per riscaldarsi nelle notti gelide. Stabilitosi a Stoccolma nel 1890, venne convinto dalla moglie a smettere i panni del girovago per indossare quelli dello stuccatore. Rimpianse sempre la sua vita randagia, tanto da passare ore davanti alla vetrina del negozio della città vecchia dove era esposto, imbalsamato, il suo fedelissimo orso, morto dopo esser stato venduto.

Una compagnia di orsanti. Foto del Museo degli Orsanti di Compiano.

Link all'articolo "I viaggi della fame" pubblicato sulla rivista ER n° 1 / 2007