Il Difensore civico chiede la corretta applicazione della norma che disciplina il ruolo dei cani di accompagnamento

27.04.2020

Il Difensore civico chiede la corretta applicazione della norma che disciplina il ruolo dei cani di accompagnamento

La normativa regionale che disciplina il ruolo dei cani di accompagnamento, a supporto delle persone con disabilità, non sempre trova corretta applicazione nella prassi. È quanto emerge in alcune istanze rivolte al Difensore civico regionale, Carlotta Marù.

L’intervento del Difensore civico mira quindi a stimolare l’attivazione di tutte le misure utili per colmare i vuoti applicativi (o eventualmente legislativi), anche attraverso un coordinamento tra amministrazioni regionali e organi statali competenti.

Infatti, rimarca Marù, “il riparto di competenze tra livelli di governo non può risolversi in un pregiudizio per le persone con disabilità, il cui benessere passa, molto spesso, dal supporto nell’accompagnamento”. L’organo di garanzia regionale ha quindi evidenziato la necessità di adottare ogni misura utile (come ad esempio l’attivazione di linee guida o regolamenti di attuazione) al fine di garantire, in particolare, il libero accesso ai luoghi pubblici della persona disabile con il cane di accompagnamento, valorizzando, contestualmente, le scuole di addestramento che adottano metodi certificati (ad esempio il cosiddetto addestramento “gentile” presso la famiglia della persona disabile).

La disciplina regionale a sostegno dell’autonomia, del 1997 (modificata nel 2014), conclude il Difensore civico, “è di rilevante importanza, in quanto non solo riconosce e promuove il ruolo dei cani d’assistenza a persone disabili (parificandoli a quelli di supporto alle persone non vedenti) ma sancisce, nello specifico, la possibilità di ingresso nei luoghi pubblici e il diritto di viaggiare gratuitamente su ogni mezzo di trasporto pubblico regionale e locale, oltre a prevede aiuti agli enti che si occupano dell’addestramento di cani”.

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