Gazzetta di Reggio

Reggio

«Diffondere storia e valori antifascisti»

«Diffondere storia e valori antifascisti»

L’appello di Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato «Questi morti sono il fondamento della nostra Repubblica»

29 dicembre 2015
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REGGIO EMILIA. «Bisogna far conoscere la loro storia, i valori per cui hanno combattuto e per cui purtroppo sono morti. E che sono il fondamento della nostra Repubblica e della nostra Costituzione». Sono le parole della vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, intervenuta ieri alle celebrazioni per il 72esimo anniversario della morte di Agostino, Aldo, Antenore, Ettore, Ferdinando, Gelindo e Ovidio, i sette fratelli Cervi, e Quarto Camurri, nel giorno in cui ricorre l’anniversario del loro eccidio, avvenuto il 28 dicembre 1943, nel poligono di tiro cittadino, per mano dei fascisti.

Le figure degli antifascisti e il valore storico del loro gesto sono state ricordate nel corso di una cerimonia che si è svolta nel luogo dell’eccidio, in via Paterlini, nella zona del Tribunale, dove si trovava il Poligono di tiro, alla quale hanno preso parte il vicesindaco, Matteo Sassi, il presidente dell’Anpi, Giacomo Notari, la presidente dell'Istituto Cervi, Albertina Soliani, e la stessa vicepresidente del Senato.

«La memoria dei sette fratelli Cervi e di Quarto Camurri – ha detto il vicesindaco Sassi – ci ricorda l’attualità del antifascismo, una parola quanto mai giovane, che non appartiene solo al passato ma deve essere mantenuta viva nel nostro presente. Nelle scorse settimane abbiamo visto il verificarsi di diversi episodi di natura fascista, che avevano l’obiettivo di intimidire esponenti politici e non solo, come il Pd e la Caritas. Accanto a questi fenomeni di rigurgito fascista, tuttavia, si sta facendo strada un nuovo fascismo, che sembra meno minaccioso e per certi aspetti più mite, dietro al quale, nascosto dal populismo e dal qualunquismo, si cela un messaggio di intolleranza, il cui obiettivo è quello di attualizzare disvalori quali il razzismo e l'oppressione dei più deboli, e arrestare il movimento dei diritti civili e sociali e dunque anche l'emancipazione dell'uomo, che resta il grande fine della politica in ogni epoca e ogni tempo».

Per Sassi, «tutto questo ci fa capire perché la parola antifascismo sia oggi quanto mai attuale e quanto sia importante non lasciarci intimidire».

Nel corso della mattina, c’è stata anche la lettura dello scritto “Lettera dal 1943 al futuro”, realizzato da Sorana Matei, della classe 3°P del liceo economico sociale “Matilde di Canossa” nel percorso “Radici nel futuro 2014-2015”.