La propaganda di guerra

La mobilitazione dei media
foto90bis.jpgLa guerra d’Etiopia fu preparata e accompagnata da un’imponente campagna di propaganda. Tutti i mezzi di comunicazione di massa furono mobilitati e posti al servizio dell’impresa coloniale del regime. Gli italiani furono sommersi da una vera inondazione di messaggi relativi all’Africa. Per tutta la durata del conflitto, il notiziario radiofonico andò in onda in sei edizioni giornaliere (per un totale di 7 256 ore di trasmissione, pari al 21,20% dei programmi). Quanto al cinema (definito dallo stesso Mussolini l’arma più forte) si giovò soprattutto dei cinegiornali, la cui proiezione era obbligatoria in tutte le sale, prima dell’inizio di qualsiasi spettacolo. L’Istituto Luce produsse circa 140 cinegiornali tra l’ottobre 1935 e il maggio 1936: più di 110 contenevano almeno un filmato di argomento africano, mentre in molti casi l’intero notiziario proiettato era dedicato alla guerra vittoriosa o alla fondazione dell’impero. Per quanto riguarda la stampa, dobbiamo ricordare soprattutto le celebri tavole illustrate della Domenica del Corriere e la rivista per bambini Il Corriere dei piccoli.

In linea di massima, la propaganda fece più uso dell’immagine, che della parola, in un paese in cui il tasso di analfabetismo era ancora molto alto (17%, su scala nazionale), soprattutto al Sud e nelle isole (ove, nel 1931, un ventenne su tre era analfabeta).

Allusioni sessuali

Manifesti, vignette e cartoline postali ebbero un ruolo decisivo nella propaganda di regime. L’Etiopia veniva descritta, innanzi tutto, come una specie di paradiso sessuale, o meglio come un luogo in cui il maschio italiano avrebbe potuto facilmente appagare tutti i propri desideri erotici. Le donne africane furono spesso raffigurate a seno nudo, segno eloquente di una straordinaria disponibilità a concedersi al conquistatore.

E’ importante segnalare questo iniziale orientamento della propaganda fascista, non solo perché denota un razzismo ed un maschilismo formidabili (la donna etiope non è una persona: è sempre e solo un oggetto, una merce, una preda), ma soprattutto perché il regime, in un secondo momento, cambierà completamente la propria linea. Dal 1938, infatti, saranno vietati i matrimoni misti, mentre ogni forma di unione mista sarà rifiutata, screditata e disprezzata come contraria all’onore e alla purezza della razza italiana.

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