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La descrizione di Ebrei e Polacchi nel film Shoah di Claude Lanzmann
Al momento dell’uscita del film Shoah, nel 1985, il regista Claude Lanzmann ricevette molti elogi, ma anche severe critiche a proposito delle scene in cui venivano intervistati alcuni contadini polacchi antisemiti. Un’attenta analisi della situazione ad Oswiecim, prima dell’arrivo dei nazisti, mostra che la situazione era assai più complessa: a momenti storici di dura contrapposizione (e di discriminazione degli ebrei) corrisposero anche fasi di collaborazione e coesistenza pacifica.
Shoah, di Claude Lanzmann
Alcune delle critiche più severe giunsero a Lanzmann da Tzvetan Todorov, che rinfacciò al regista un approccio manicheo (per quanto concerne, in primo luogo, i testimoni polacchi) e assolutizzante: la Shoah diventava un evento al limite dell’incomprensibile, che poteva essere raccontato dai protagonisti, mentre gli storici - in ultima istanza - avrebbero dovuto tacere.
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Auschwitz, 2000. Il portone di ingresso del campo di concentramento denominato Auschwitz I

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