Auschwitz III - Monowitz

Un lager per la IG Farben
Auschwitz, 1944. Il campo III (Monowitz) in una fotografia aerea scattata dagli Anglo-americani.Il 7 aprile 1941, un reparto di detenuti di Auschwitz iniziò la costruzione della Buna, l’imponente impianto della IG Farben, destinato alla produzione di combustibile e gomma sintetica, ricavandoli dal carbone. Dal momento che i prigionieri dovevano percorrere ogni giorno, a piedi, 7 Km all’andata e altrettanti al ritorno, molti di loro arrivavano esausti sul posto di lavoro. L’azienda cercò di ovviare a questo problema attivando un trasferimento con la ferrovia; infine, tuttavia, si arrivò alla conclusione che era opportuno costruire un lager nei pressi del cantiere della fabbrica in costruzione. Nacque così Auschwitz III, denominato anche Monowitz o Lager Buna, finanziato dalla IG Farben.

A causa dei problemi creati dall’epidemia di tifo, il nuovo campo poté essere attivato solo nell’autunno del 1942; il 30 e il 31 ottobre, due gruppi di prigionieri (per un totale di circa 2000 uomini) vengono infine trasferiti nel lager di Monowitz. Nel 1943, Auschwitz III avrà 7000 internati, saliti ulteriormente a 11000 nel 1944. Per ognuno di essi, la IG Farben versava alle SS 4 marchi al giorno, che salivano a 6 nel caso in cui il lavoratore fosse specializzato.
Le responsabilità delle industrie tedesche

Le condizioni di vita erano durissime. Dei complessivi 35 000 prigionieri che passarono per il lager collegato agli impianti della IG Farben, più di 25 000 morirono di stenti e di fatica. Alla luce di queste cifre, il colosso chimico tedesco può essere accusato di aperta complicità nel processo di sterminio. La maggior parte degli internati a Monowitz, infatti, erano ebrei: nell’autunno 1943, in proporzione pari al 60-75%; all’inizio del 1944, in proporzione del 90%.

La IG Farben fu presto imitata da numerose altre aziende tedesche, come la Krupp, la Union (che subentrò alla Krupp), la Siemens-Schucket, le Hermann Göring Werke. Verso la metà del 1944 (compresi i lavoratori della Buna) la grande industria tedesca aveva 42 000 prigionieri impiegati in propri stabilimenti, costruiti appositamente nei dintorni dei lager di Auschwitz.

Il 22 ottobre 1943, Höss venne sostituito alla guida del campo e promosso a ispettore dell’intero sistema concentrazionario nazista. Il comando fu assunto dall’Obersturmbannführer Arthur Liebehenschel, ma il sistema aveva raggiunto dimensioni e complessità tali, che fu ritenuto opportuno smembrarlo.

Auschwitz I, Auschwitz II-Birkenau e Auschwitz III-Monowitz furono dotati di un’amministrazione autonoma; dal campo II dipendevano anche le numerose aziende agricole circostanti, di proprietà delle SS, mentre al campo III erano collegati i vari lager satelliti, situati nei pressi degli impianti industriali. Il comandante di Auschwitz I, Liebehenschel, era comunque l’autorità superiore, da cui direttamente dipendevano gli altri due comandanti.

All’interno del campo-base, Liebehenschel favorì i politici a danno dei criminali; a Birkenau, invece, i verdi continuarono a occupare un’indiscussa posizione di privilegio. A Monowitz, infine, molti dei Kapos furono scelti tra gli stessi prigionieri ebrei, che costituivano l’assoluta maggioranza dei detenuti.

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