Un audiolibro per scoprire luoghi inesplorabili

25.03.2014

Un audiolibro per scoprire luoghi inesplorabili

Già da alcune edizioni l’istituto superiore John Maynard Keynes di Castelmaggiore è stato uno tra i partecipanti più attivi dentro il percorso conCittadini che ha sempre proposto temi di lavoro innovativi in un ambiente molto particolare: il carcere della Dozza di Bologna.

 

Lo scorso anno, l’Istituto ha lavorato su un progetto che riguardava la rieducazione e il reinserimento del detenuto all’interno della società, una volta espiata la pena. Quant’anno, il tema di lavoro si è dimostrato ad essere non solo originale ma sicuramente non facile da realizzare: creare un’impresa in carcere, una pizzeria. In parte questa idea era nata prendendo spunto da realtà già esistenti, ritenendo fra l’altro questa iniziativa, in riferimento alla sua semplicità e alla sua collocazione, estremamente vantaggiosa per via delle domanda e dell’offerta racchiusa nel prodotto stesso. Purtroppo per vari ostacoli questa ipotesi di lavoro ha dovuto essere rivista. Si è optato alla fine per la costruzione di un’associazione culturale tra i detenuti per la realizzazione di un audiolibro.

 

Come racconta la profesoressassa Zampicini, referente del progetto, “affrontando il tipo di attività su cui potersi concentrare, fra le varie ipotesi, avevamo valutato anche quella dell’audiolibro, che inizialmente non aveva incontrato l’entusiasmo dei detenuti, probabilmente per la mancanza di capacità tecnica riguardo alla dizione, poi per quello che poteva essere l’incontro fra domanda e offerta, che ritenevamo essere non adeguata rispetto al nostro desiderio di impegno". Quindi, prosegue, "ci siamo impegnati per conoscere meglio l’audiolibro, quali erano le difficoltà nel riprodurlo e qual’era il tipo di domanda, incontrando persone e realtà che se ne occupano. In questo modo, abbiamo potuto prendere conoscenza del fatto che, diversamente da quello che era la nostra considerazione, l’audiolibro ha una sua domanda che non proviene solo da persone ipovedenti o non vedenti, ma anche da altre realtà molto diverse fra loro, come gli anziani o altre categorie in difficoltà". Infine, conclude, "un altro aspetto che noi ritenevamo un ostacolo è l’inflessione dialettale in alcuni detenuti molto accentuata, che pare invece avere una sua peculiarità e possa trovare quindi una sua collocazione. Molti hanno trovato nel libro una finestra aperta verso un nuovo mondo, e l’idea di contribuire a scoprire, a visitare nuovi luoghi, ad essere una voce ora per rallegrare, ora per allietare, ora per divertire, a volte per confrontare, per rincuorare, per incoraggiare è qualcosa che fa piacere”.


D'altra parte, spiega Flavio, uno dei detenuti coinvolti nel progetto, "in questo luogo simbolo di privazione, è bello pensare che vi sia la possibilità di poter donare qualcosa attraverso lo strumento dell’audiolibro, sentirsi così donatori di voce. Una voce che racconta, una voce che ti prende per mano, che ti accompagna verso luoghi inesplorati, una voce che avvolge l’anima: è questo mi piace pensare di poter diventare”.

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