Nona edizione dell'Università italiana del Mémorial de la Shoah di Parigi

Memoria Formazione Shoah

Tra il 27 e il 31 maggio 2019 si è svolta a Parigi, presso la sede del Mémorial de la Shoah, la nona edizione dell’Università italiana intitolata “Pensare e insegnare la Shoah”, un seminario a carattere intensivo e permanente dedicato alla storia e all’insegnamento della persecuzione e del genocidio degli ebrei d’Europa e rivolto agli insegnanti ed educatori italiani.

L’iniziativa è promossa con la partecipazione del MIUR, che ha selezionato i docenti insieme al Mémorial, e col sostegno dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna.

Quest'edizione ha ospitato accademici di fama mondiale come il professor Dieter Pohl, dell’Università di Klagenfurt, tra i ricercatori più autorevoli nell’ambito della Shoah e con all’attivo una poderosa e qualificata bibliografia. Pohl ha tenuto due lezioni sui crimini del regime nazista e sulla Shoah, sollecitando una visione storiografica più ampia dello sterminio degli ebrei, capace di leggere il genocidio come un crimine transnazionale e in correlazione alle altre pratiche di violenza di massa perpetrate dal Terzo Reich. Un approccio che ha permesso ai docenti di allargare la focale su Auschwitz per rifondare la narrazione della Shoah su un contesto spazio-temporale più complesso. Il secondo intervento di Pohl ha toccato il tema dei carnefici della Shoah, discutendo sia la definizione stessa di carnefice (Perpetrator) che le diverse tipologie di attori del crimine. Al di là della necessità di ribadire i vari livelli di responsabilità di ognuno, a seconda del ruolo e del margine di azione, Pohl ha esortato la platea a riflettere in maniera più critica sul macro-concetto di “assassino”, a cui vanno affiancate definizioni più articolate e complesse (persecutore, collaboratore, complice, ecc.) che possono cambiare da Paese a Paese, nell’Europa occupata dal nazismo.

La stessa visione di una storia da ripensare e rifondare sulle fonti e su narrazioni più complesse ha contrassegnato anche altre lectio magistralis, come quelle tenute dal ricercatore francese Tal Bruttmann che ha ricollocato la storia di Auschwitz nell’ambito delle politiche naziste in Polonia e in Europa, per poi mettere in discussione le varie categorie di deportati e di vittime del Terzo Reich che la memoria collettiva tende a sovrapporre e a confondere.

Tra le altre lezioni, molto apprezzate dagli insegnanti, vanno menzionate quella sulla Shoah nei territori dell’URSS tenuta dalla professoressa Antonella Salomonidell’Università di Bologna e la presentazione di Yves Ternon, luminare della storiografia francese ed europea, sul crimine di genocidio e sui genocidi del XX e XXI secolo.

Queste e altre lezioni magistrali (sulla Francia di Vichy e la deportazione degli ebrei di Francia, sulla memoria della Shoah in Italia, sulla politica persecutoria del regime nazista prima della guerra, sul nazismo come visione del mondo e sull’antisemitismo) hanno offerto ai partecipanti l’opportunità di confrontarsi con storiografie complesse e transnazionali, avvicinandosi al mondo della ricerca e delle più recenti interpretazioni del tema affrontato, ma soprattutto di dibattere coi relatori e coi colleghi sui limiti della divulgazione (che cosa scegliere e che cosa scartare in una lezione limitata a poche ore? Su quali argomenti e fatti puntare? Come collegare i contenuti agli obiettivi finali della lezione su Auschwitz?) e sulla sfida della società contemporanea di continuare a studiare la storia della Shoah e dei genocidi con rigore metodologico ma interrogando le molteplici connessioni col presente che questa storia presenta.

Le lezioni hanno affiancato lo studio della Shoah a quello dell’Europa sotto al nazionalsocialismo, ampliando le sessioni e i momenti dedicati alla presentazione di percorsi didattici basati sull’uso delle fonti primarie e alla sperimentazione laboratoriale, e rafforzando la chiave comparata con altri crimini e altri genocidi e prendendo come riferimento un contesto geo-politico più ampio dei territori dove furono creati i campi di concentramento e i centri di sterminio di massa per gli ebrei, cioè l’intera Europa occupata e sotto influenza tedesca.

Questa impostazione dell’Università italiana è in linea con quella del Mémorial de la Shoah degli ultimi dieci anni, periodo in cui al rinnovamento della ricerca sulla distruzione degli ebrei si è strettamente abbinato lo studio degli altri genocidi del Novecento (attualmente il Mémorial ospita due mostre sul genocidio dei Tutsi) e l’attenzione per le forme contemporanee di violenza di massa contro i civili.

Alla sessione dedicata alla memoria della Shoah in Italia, affidata ad un illustre italianista, il professor Robert Gordon dell’Università di Cambridge, è stata dedicata un’intera mattinata, allo scopo di creare un’occasione di dialogo e di confronto su numerosi aspetti legati alla trasmissione della memoria della Shoah, soprattutto in ambito scolastico e con le giovani generazioni.

Un’occasione di dibattito è stata anche offerta dalla proiezione del film documentario Civil Society and Reconciliation. Voices from Post-War Japan, Germany and Italydi Claudia Astarita, Akihiro Ogawa (Asia Institute, The University of Melbourne) che ha sollevato riflessioni su come le società civili, prendendo come esempio l’Italia, la Germania e il Giappone, convivono coi traumi delle violenze di massa del proprio passato, sviluppando processi di conciliazione anche attraverso la costruzione di musei, memoriali e progetti educative. La dottoressa Claudia Astarita è stata invitata a presentare questo lavoro e a dialogare coi docenti.

Il programma ha inoltre offerto ai corsisti l’opportunità di momenti di scambio e di approfondimenti specifici sulle risorse espositive e didattiche del Mémorial, tra cui la sua ricca biblioteca e il centro di documentazione multimediale che hanno permesso a diversi docenti di consultare opere relative a proprie ricerche sul tema.

I trenta partecipanti dell’Università italiana hanno avuto anche l’opportunità di partecipare a visite guidate ai due Memoriali di Parigi dedicati al genocidio degli ebrei, il Mémorial de la Shoah di Parigi e quello di Drancy, situato nell’immediata periferia della capitale, che fu sede dell’internamento e della deportazione della maggioranza degli ebrei francesi.

L’esempio della Shoah degli ebrei di Francia ha permesso di tracciare paralleli alla storia italiana, evidenziando similitudini e differenze tra il regime di Vichy e il regime fascista di Mussolini. La Shoah in Italia e il rapporto politico e culturale che l’Italia intrattiene con questa memoria sono stati discussi per luoghi comuni, stereotipi e conoscenze parziali o errate in una delle lezioni del seminario, peraltro tra le più apprezzate dai partecipanti. 

 

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