Mai come oggi l'umanità intera ha condiviso negli stessi istanti la medesima tragedia, a prescindere da condizioni sociali e geopolitiche. Il virus si diffonde ovunque, come la rete. È potente, come la rete. Ma viaggia solo grazie a noi, e grazie a noi lascia tracce di sé proprio sulla rete.
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I miliardi di dati e informazioni pulviscolari che seminiamo nel web, se raccolti, interpretati e calcolati, possono essere cruciali per anticipare le mosse del virus, o per lo meno per tenere il suo passo e non arrancare. Il nodo è questo, e non riguarda solo la lotta al virus: il vero potere è oggi nelle mani di chi cattura e gestisce le nostre tracce online, e se si tratta dei tre o quattro colossi del web la democrazia latita. La pandemia, oltre al dramma delle morti, lancia un allarme più profondo: se vogliamo difendere la democrazia, è urgente riconsegnare il potere al pubblico, affidare la gestione dei nostri dati alle istituzioni, e parallelamente accrescere le nostre competenze digitali. Assumere un atteggiamento critico e consapevole nei confronti dei numeri che recepiamo passivamente e degli strumenti informatici che adoperiamo con disinvoltura: è questa l'unica arma che abbiamo per smascherarne la fasulla neutralità e riacquistare la nostra voce. Con un saggio di Andrea Crisanti. Prefazione Enrica Amaturo.
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Scheda
Unimarc
Testo a stampa (moderno)
Monografia
Codice SBN
LO11799879
Descrizione
Il *contagio dell'algoritmo : le idi di marzo della pandemia / Michele Mezza ; con un saggio di Andrea Crisanti ; prefazione di Enrica Amaturo ; in appendice l'ultima lezione di Giulio Giorello nella testimonianza della moglie Roberta Pelachin Roma : Donzelli, 2020 XVII, 269 p. ; 18 cm