N. 47 - Sud e Nord Italia nella Grande Divergenza: nuove prospettive dalla ricostruzione della struttura occupazionale

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di David Chilosi e Carlo Ciccarellimarzo 2021

Il lavoro ricostruisce ed esamina in primo luogo la distribuzione geografica della struttura occupazionale in Italia nei decenni e nei secoli prima dell'Unità, combinando osservazioni dirette e tassi di urbanizzazione. Le stime rivelano che a ridosso dell’Unità la quota di lavoro agricolo era più alta nell’Italia del Sud che nel Centro Nord. Sulla base di dati disaggregati si costruiscono poi stime dei salari provinciali e si documenta la convergenza salariale all'interno del Centro Nord durante il Risorgimento. Sfruttando la legge di Engel, secondo cui la quota di lavoro agricolo tende a diminuire con il reddito, si perviene a nuove stime del PIL pro capite per il Sud e il Centro Nord dal 1300 al 1861. Esse mostrano come il divario tra le due aree del Paese si ridusse nei secoli, particolarmente durante il Quindicesimo e Sedicesimo secolo, quando il Centro Nord registrò un sostanziale ristagno e il Sud crebbe lentamente. Le nuove stime del PIL pro capite consentono di collocare il Centro Nord e (per la prima volta) il Sud Italia all’interno del dibattito sulla Grande Divergenza. Trova conferma il primato secolare del Centro Nord rispetto alla Gran Bretagna (fino a inizio Diciottesimo secolo) e alla Cina. Il Sud Italia superò la Cina dopo, e venne superato dalla Gran Bretagna prima, del Centro Nord.  Ma il Sud Italia emerge come una regione a reddito medio-alto rispetto agli standard internazionali dell’era pre-moderna.

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