Pubblicato il Focus n. 3/2022 “L’Assegno unico universale: effetti distributivi e interazione con la riforma dell’Irpef”

Download PDF

In questo Focus si analizzano gli effetti dell’introduzione da marzo 2022 dell’Assegno unico e universale per i figli a carico e della contestuale abrogazione degli assegni familiari e delle detrazioni fiscali per figli fino a 21 anni (infografica).

 

In primo luogo, dopo una breve descrizione del nuovo Assegno unico (AU) e degli effetti finanziari connessi con la sua introduzione, si fornisce un’analisi per figure tipo che consente di illustrare i meccanismi di funzionamento della nuova misura, anche in relazione agli strumenti previgenti. L’analisi mette in evidenza il ruolo – nella determinazione dell’importo dell’AU – del numero e della tipologia di figli, della condizione lavorativa del capofamiglia, del patrimonio, del numero di percettori di reddito in famiglia e del Reddito di cittadinanza.

 

In secondo luogo, con l’ausilio del modello di microsimulazione tax-benefit dell’Ufficio parlamentare di bilancio, si estende l’analisi all’intera popolazione e si illustrano gli effetti redistributivi derivanti dall’introduzione dell’AU. Questi effetti vengono anche valutati tenendo congiuntamente conto delle modifiche apportate con la legge di bilancio per il 2022 alla tassazione dei redditi delle persone fisiche, già diffusamente descritte e valutate in una precedente pubblicazione dell’Ufficio parlamentare di bilancio (“La revisione dell’Irpef nella manovra di bilancio”, Flash n. 5, dicembre).

 

In base alle stime condotte con il modello di microsimulazione tax-benefit dell’UPB l’onere lordo dell’AU è di 18,2 miliardi, in linea con le valutazioni ufficiali riportate nella Relazione tecnica. Al netto della soppressione degli assegni familiari (ANF), delle detrazioni per figli a carico (DF) e di altri istituti di importo minore la riforma distribuisce circa 6,8 miliardi di risorse aggiuntive alle famiglie con figli a carico. Circa il 77 per cento dei figli interessati dalla riforma beneficiano di un aumento netto dei trasferimenti, che ammonta in media a 672 euro. Ciò si traduce in un incremento medio del reddito disponibile familiare dei beneficiari di circa il 3 per cento.

 

L’AU è uno strumento universale. Le famiglie più avvantaggiate dalla sua introduzione sono quelle che nel regime previgente non beneficiavano di ANF e/o di DF (autonomi e incapienti). Il beneficio medio per figlio è di circa 1.200 euro. Poiché l’AU si riduce più lentamente al crescere del reddito rispetto agli assegni familiari, i maggiori vantaggi per i lavoratori dipendenti si manifestano per livelli di ISEE superiori a 12.000 euro.

 

La riforma comporta vantaggi più elevati per le famiglie numerose. Con il nuovo assegno un nucleo monoreddito con capofamiglia lavoratore dipendente con quattro figli e 15.000 euro di ISEE riceve circa 1.700 euro in più a figlio rispetto alla situazione previgente. Il vantaggio per figlio scende rispettivamente a 1.250, 1.100 e 1.000 euro per famiglie con tre, due e un figlio.

 

La modifica dell’indicatore di riferimento per il calcolo dei benefici per figli a carico – dal reddito (familiare per gli ANF e individuale per le DF) all’ISEE – assume un ruolo rilevante nel determinare gli effetti di impatto della riforma. Tra gli effetti principali si segnala l’influenza del patrimonio familiare nella determinazione del livello dell’AU: a parità di altre condizioni, infatti, l’AU si riduce – fino al suo livello minimo – all’aumentare del patrimonio familiare, se eccedente le franchigie previste nel calcolo dell’ISEE. Il peso relativamente elevato della componente patrimoniale nell’ISEE potrebbe non riflettere effettive differenze nella condizione economica della famiglia e, inoltre, far emergere nuove problematiche legate, ad esempio, non solo ai possibili disincentivi al risparmio, ma soprattutto alle ampie distorsioni presenti nell’attuale struttura delle rendite catastali. Si può stimare che a parità di tutte le altre condizioni, due famiglie che si differenziano per un solo euro di rendita catastale percepirebbero AU che differiscono di 65 centesimi l’uno dall’altro.

 

Il vantaggio complessivo in termini assoluti (euro medi equivalenti) derivante dall’introduzione dell’AU e dalla riforma dell’Irpef è maggiore per i decili di reddito familiare più elevati. In termini di incidenza sul reddito, invece, il complesso degli interventi appare nettamente progressivo. Tale effetto è quasi esclusivamente legato all’estensione dei trasferimenti per figli a coloro che non beneficiavano di ANF e DF, dato che l’impatto della revisione dell’Irpef risulta tendenzialmente neutrale.