Abitare la montagna nel post covid

Edifici abbandonati e fatiscenti in quota: 66 strutture lasciate senza una prospettiva fotografate da Legambiente nel nuovo report che apre un’ampia riflessione sul vivere la montagna. 

Il paesaggio italiano d’alta quota è tempestato da una consistente quantità di edifici abbandonati per lo più in stato di decadimento. Un patrimonio inutizzato sparso un po’ ovunque sulle montagne italiane.
Legambiente, nel nuovo report “Abitare la montagna nel post covid analizza 66 strutture, di piccole dimensioni o complessi significativi, abbandonate ad uno stato di degrado, edifici legati all’industria dello sci, ma anche hotel, colonie e caserme di confine, lasciati senza una prospettiva.

Quale futuro per gli edifici abbandonati in quota?

La riqualificazione degli edifici dismassi gioca un ruolo chiave: in un contesto post pandemico in cui si sta  manifestando uno slancio del mercato immobiliare in montagna, si rischia però che possa di pari passo ricominciare a crescere anche il consumo di suolo, che invece dovrebbe essere azzerato.

Questione seconde case

Se fino al periodo pre pandemico le seconde case non erano vissute se non per qualche giorno all’anno e per determinati periodi festivi, sovraccaricando infrastrutture e servizi, la diffusione dello smart working sta cambiando le modalità di utilizzo, influendo anche su alcune dinamiche sociali e economiche. Un dibattito ampio, che per il cigno verde impone di pensare ad una nuova dimensione urbanistica della montagna, dove un buon uso dell’esistente insieme alla rigenerazione del patrimonio edilizio dismesso o sottoutilizzato possono diventare elementi fondamentali per una strategia su vasta scala per una nuova abitabilità del territorio. >> Leggi il nostro comunicato stampa 

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