Parità. Schermaglie regolamentari per il debutto in commissione del pdl sull’omotransnegatività e del testo abbinato del M5s

Legge regionale a partire da proposta dei consigli comunali di Bologna, Parma, San Pietro in Casale e Reggio Emilia. Dalla relatrice Mori (Pd) appello a collaborare: “Audizioni da febbraio”. Il relatore di opposizione Facci (Mns) chiede di conoscere “le scuole più vocate all’educazione gender” per “utilità” alla scelta delle famiglie

23/01/2019 13:33

Partito in commissione Parità l’iter sul progetto di legge sull’omotransnegatività presentato dai consigli comunali di Bologna, Parma, San Pietro in Casale e Reggio Emilia e sul pdl abbinato a firma dei consiglieri del Movimento Cinque Stelle Silvia Piccinini (prima firmataria), Raffaella Sensoli e Andrea Bertani sulle norme per il diritto all’autodeterminazione. Il testo dei Comuni sarà poi la base su cui verrà scritto il progetto di legge regionale, che vede come relatrice di maggioranza Roberta Mori (Partito democratico) e di minoranza Michele Facci (gruppo misto-Mns).

“Il regolamento- ha spiegato Antonio Mumolo, che ha presieduto la commissione- prevede oggi solo l’illustrazione del testo, nessun intervento dei consiglieri, se non i relatori dei progetti di legge”. Parole che hanno indotto il consigliere Giuseppe Paruolo (Pd) a lasciare l’aula della commissione. E anche a Piccinini questa scelta non è piaciuta: “Parliamo di discriminazioni e poi qui non si permettono le domande dopo l’illustrazione dei pdl”. Ma la discussione è andata avanti, con l’assessore alle Pari opportunità del Comune di Bologna Susanna Zaccaria, “portavoce di un gruppo di istituzioni che ha condiviso una necessità. C’è bisogno – ha spiegato – di avere una legge sull’omotransfobia. E parlo di omotransfobia, anche se nel testo si parla di omotransnegatività, perché l’obiettivo è fermare i pregiudizi non solo quando arrivano alla violenza, ma quando ci sono anche solo fastidi o intolleranze quotidiane”.

Ma la discussione procedurale è ripresa quando il relatore di minoranza Facci ha annunciato “la richiesta formale di un parere all’ufficio legislativo della Regione” per “chiarire la corretta procedura usata per arrivare in questa sede. Nella delibera del consiglio comunale si parla di adesione a un progetto di legge regionale- ha sottolineato- dando per assodato che a monte c’è un progetto di legge regionale al quale il Comune ha aderito, ma non sappiamo chi lo abbia sottoscritto. Non dico che questo inficia il discorso – ha aggiunto -, ma sicuramente manca un tassello”. Altro aspetto formale su cui Facci ha dubbi riguarda la funzione del Corecom: “L’articolo 8 del progetto di legge investe il Corecom del compito di garantire adeguati spazi di informazione e di espressione sulla trattazione di queste tematiche: insomma – ha insistito il consigliere – una funzione non solo di generico controllo ma di monitoraggio, con compiti maggiori di quelli previsti dalla legge quadro sulla parità. Il Corecom si assume questa responsabilità?”. Inoltre, Facci ha chiesto “di conoscere gli istituti scolastici che hanno una particolare vocazione all’educazione al gender e quelli che non ce l’hanno: può essere utile per le famiglie che devono scegliere la scuola per i propri figli”. La relatrice di maggioranza Mori ha replicato che “da febbraio partiranno le audizioni di tutti i soggetti interessati dalla legge, compreso il Corecom. Mi sta a cuore questa legge, pur sapendo che la Regione ha un perimetro d’azione limitato”.

La consigliera Piccinini ha poi distribuito in commissione una sua risoluzione di “condanna del titolo” del quotidiano Libero e per manifestare “adesione al preside di Ravenna” che ha deciso di non cancellare la scritta “di contenuto omofobo riferita alla sua persona” apparsa sul muro della scuola. L’iniziativa è stata contestata dalla maggioranza. “Non ha espresso una parola sul pdl di cui è prima firmataria, è venuta qui a distribuire delle carte”, ha detto Mumolo. Per Nadia Rossi (Pd“La consigliera ha presentato un documento senza preavviso, non rispettando il regolamento”. “Nessuno – è intervenuta Mori – mi porterà a usare il tema dei diritti come sterile polemica per finire sui giornali. Non reagirò. Come relatrice di maggioranza sono disponibile a qualsiasi dialogo, ma venitemi incontro”. E da parte sua, Piccinini ha chiarito che la sua intenzione è “quella di collaborare e partecipare alla stesura dell’iter. Il testo che ci troviamo ad affrontare è una buona base di partenza ma appunto solo una base. Ci sono tanti aspetti che vanno migliorati. Mi dispiace che la commissione si sia concentrata sulla formalità riguardo alla mia risoluzione e mi rammarica che per i consiglieri sia più importante la forma che la sostanza”.

(Margherita Giacchi)

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