Presentato in commissione assembleare Ambiente il Piano regionale integrato dei trasporti 2025

Prime schermaglie tra Campedelli (Pd) e Gibertoni (M5s) sull’area nord della provincia di Modena. Donini: disponibile a rallentare iter legislativo per favorire partecipazione dei territori

14/12/2018 15:18

Una mobilità sostenibile e attenta alle diverse esigenze dei cittadini, stazioni ferroviarie come nodi centrali degli spostamenti e miglioramento del sistema di trasporto pubblico locale. Ma anche pianificazione per la logistica e il trasporto merci, per il sistema aeroportuale e per quello idroviario Padano-Veneto. Questo è il Piano regionale integrato dei trasporti (Prit) 2025 che ha iniziato il suo percorso in commissione Ambiente. Un cammino legislativo, quello del Prit, che potrebbe essere allungato rispetto alla prassi per “permettere una partecipazione maggiore ai territori”, ha spiegato l’assessore Raffaele Donini specificando la propria “disponibilità ad aumentare i momenti di confronto prima dell’approdo in Aula”. Un’apertura rimarcata più volte anche dalla presidente della Commissione Manuela Rontini.

Lereazioni. Un documento che per Gianluca Sassi, consigliere del Gruppo Misto, prevede dei “principi condivisibili, come quello della manutenzione e dell’aggiornamento della via viaria” ma che poggia su dati non sempre oggettivi, alcuni di previsione, altri adattati.

Prime schermaglie tra Giulia Gibertoni del Movimento 5 stelle Enrico Campedelli del Partito democratico. Motivo del contendere: la mobilità dell’area nord della provincia di Modena. “Produce da sola il 2% del Pil italiano- ha affondato la pentastellata- e non ha collegamenti adeguati, né ferroviari né stradali, con la via Emilia, l’asse più importante della nostra Regione”. Ma per il democratico la vera urgenza riguarda “il collegamento viario: i camion passano per strade di campagna per arrivare alle aziende. Il territorio si è già espresso: servono strade migliori”.

Il prosieguo dell’iter istituzionale del documento per Gibertoni “rischia di essere una mappatura di visioni strategiche già superate, sia dal lato dei bisogni dei territori che da quello ambientale. Meglio sarebbe- ha chiosato- avanzare per piccole opere”.

Cosa prevede il piano: strade. Gli interventi previsti per la rete di base sono finalizzati al mantenimento delle caratteristiche funzionali, all’assicurazione di adeguati standard di manutenzione e al miglioramento del livello del servizio. Il Prit inoltre conferma, per quanto riguarda la grande rete, la necessità di portare a termine gli interventi previsti dal Piano del ’98 ridefiniti in base alle attuali necessità.

Ferrovie. L’aumento del 50 per cento dei passeggeri trasportati è il target che si pone il Prit per quanto riguarda il trasporto su rotaia. Un obiettivo perseguito con un cadenzamento delle corse ai 30 o ai 60 minuti con potenziamenti fino a 15 minuti sulle tratte e sulle fasce orarie più trafficate, soprattutto per quanto riguarda l’area bolognese.

Inseriti nel Piano anche l’incremento della capacità della Bologna-Castel Bolognese, il raddoppio della Quattro Ville-Carpi, la realizzazione dell’itinerario Ti.Bre, con raddoppio della linea Pontremolese, il completamento dell’elettrificazione della rete, gli interventi sul nodo di Faenza, il potenziamento della Rimini-Ravenna, l’ottimizzazione del nodo di Ferrara e la velocizzazione dei servizi lunghi.

Le stazioni saranno un punto centrale per ogni centro urbano. Questo per agevolare chi sceglie di spostarsi non utilizzando la propria vettura. Quindi migliorare la qualità delle stazioni, la loro funzionalità, l’accessibilità, gli spazi, incentivare l’interscambio tra bici e treno, creando percorsi sicuri e agevoli e offrire servizi informativi completi e in tempo reale sono tutte azioni previste dal Piano regionale integrato.

Trasporto pubblico locale. Arriveranno 600 nuovi mezzi entro il 2020, verrà completato il sistema tariffario integrato e, come obiettivo entro il 2025, il Piano fissa al 10 per cento l’aumento dei passeggeri e dell’incremento dei servizi minimi.

Mobilità sostenibile. La rete delle ciclovie regionali entra nel sistema infrastrutturale. In ambito urbano le azioni individuate sono quelle dell’individuazione della rete, della messa in sicurezza dei punti critici e degli attraversamenti, della riconoscibilità dei tracciati. Fuori dai centri abitati il Prit punta al consolidamento di una rete sicura per garantire un’alternativa di viaggio sulla media distanza.

Logistica e trasporto merci. Diverse le linee di intervento a seconda dei vari livelli in cui si sviluppa il Prit. In linea generale viene fissato come obiettivo l’aumento al 30 per cento del trasporto merci su rotaia. E quindi: il completamento e il potenziamento degli scali principali della rete Rfi e Fer, spingendo su quelle opere necessarie all’adeguamento ai corridoi europei Ten-T. Il Prit inoltre punta a promuovere l’attivazione di un tavolo strategico con i nodi intermodali regionali, l’innovazione tecnologica e organizzativa e politiche che integrino le aree industriali con i nodi della piattaforma logistica.

Per quanto riguarda il trasporto merci su strada le aree di intervento riguardano soprattutto l’approfondimento della conoscenza dei fenomeni in atto: quindi monitoraggio, indagini quantitative e uno studio di impatto sul traffico con la localizzazione delle aziende di e-commerce a ridosso delle grandi arterie stradali.

Infine per la logistica urbana confermate le iniziative avviate come l’armonizzazione delle regole di accesso ai centri, la realizzazione di uno sportello unico, o un portale web, per uniformare l’accesso ai sistemi locali, il miglioramento del parco veicolare.

Porto di Ravenna. Confermato come il principale porto e nodo logistico della regione vedrà diversi interventi: la realizzazione del terminal container e delle nuove banchine nella penisola Trattaroli, l’abbassamento dei fondali e nuovi punti di rifornimento. Il Prit prevede come obiettivi quello di aumentare il traffico merci in arrivo e in partenza, migliorare l’intermodalità nave-treno, l’integrazione delle attività di autotrasporto e il consolidamento dei servizi di linea lungo le autostrade del mare.

Sistema idroviario Padano-Veneto. Il piano identifica come interventi prioritari quelli necessari alla rimozione delle strozzature e a dare continuità allo standard di navigazione (classe V) del sistema. Per questo il Prit prevede la definizione di un progetto per garantire la navigabilità 11 mesi l’anno con opere stimate per 600 milioni. Per quanto riguarda l’idrovia ferrarese il Piano fissa come necessità quella di garantire il transito delle imbarcazioni (classe V) , anche se con limitazione all’altezza, e lo sviluppo della vocazione turistica. Indispensabile- si legge nel documento- promuovere la completa operatività delle infrastrutture esistenti (come ad esempio la banchina di Boretto).

Sistema aeroportuale. L’obiettivo generale qui è quello di promuovere un sistema coordinato nel rispetto delle singole autonomie. Nello specifico: far volare 12 milioni di passeggeri l’anno (10 solo dallo scalo di Bologna) garantendo la massima accessibilità e favorendo in particolare il trasporto pubblico e l’intermodalità degli spostamenti.

(Andrea Perini)

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