Bilancio 2018. Associazioni: più risorse per artigianato, montagna, ambiente, commercio e formazione/foto

Udienza conoscitiva in commissione Bilancio, presenti Confindustria, Confartigianato, Confesercenti, Cia, Uncem, Confservizi, Sapar e Federmanager

11/12/2017 14:50

Prosegue in commissione Bilancio, affari generali ed istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli, l’iter di approvazione del bilancio previsionale 2018-2020, del collegato alla legge regionale di stabilità e degli aggiornamenti al Defr 2018. I tre atti approderanno in Assemblea legislativa, per il voto finale, il prossimo il 21 dicembre.

In mattinata, nell’aula magna della Regione Emilia-Romagna, si è tenuta un’udienza conoscitiva sui tre provvedimenti, presenti i rappresentanti delle associazioni di categoria. Chiesto l’impegno della Giunta a mettere a disposizione più risorse per artigianato, montagna, ambiente, commercio e formazione professionale.

L’assessore regionale al Bilancio, Emma Petitti, ha parlato di “quadro complessivo positivo: occupazione e prodotto interno lordo in crescita”. Un bilancio previsionale, quello per il 2018, da 11,8 miliardi di euro (11,5 miliardi per il 2019 e 11,4 miliardi per il 2020), caratterizzato – ha evidenziato l’assessore – da “pressione fiscale invariata, contenimento delle spese di funzionamento (risparmi per 33 milioni di euro), implementazione del cofinanziamento legato ai fondi strutturali (risorse regionali pari a 80 milioni di euro nel 2018, rispetto ai 59 milioni del 2017), attuazione delle politiche collegate al patto per il lavoro (investimenti complessivi per 12 miliardi di euro), politiche d’investimento per 208 milioni nel triennio, più 42,5 milioni tramite l’avanzo di amministrazione, oltre a risorse aggiuntive nel sociale e in ambito sanitario”.

“Un bilancio che conferma le grandezze della scorsa annualità e che poggia su nuovi pilastri”, è il commento di Giuseppe Boschini, relatore di maggioranza, che cita in particolare “il sostegno all’economia per stare al passo con la globalizzazione”, l’incremento di fondi al turismo e alla difesa del suolo e dell’ambiente, “visto che sviluppo vuole anche dire prendersi cura del territorio”.

Un bilancio, ha sottolineato il relatore di minoranza Stefano Bargi (Ln), “che sarà approvato in tempi record, in sole due settimane”. Un quadro, ha aggiunto il consigliere, “che presenta alcuni indicatori positivi accompagnati da altri meno buoni come l’aumento della povertà e, sul lavoro, l’alto numero di contratti a termine”. Per cambiare rotta, ha concluso, “è necessario lavorare a monte, incentivando lo sviluppo del sistema economico e produttivo regionale”.

L’auspicio sarebbe stato quello di “un bilancio con meno vincoli e più spazio alle politiche regionali”, ha spiegato Luca Rossi (Confindustria Emilia-Romagna) che comunque si è dichiarato soddisfatto per l’aumento di risorse destinate alle attività produttive e all’internazionalizzazione. Una sollecitazione che ha rivolto alla Giunta sulla legge per l’economia circolare, è quella di sostenere maggiormente le imprese che investono sulla sostenibilità.

“Luci e ombre in questo bilancio”, è intervenuto Tino Vaccari di Confartigianato Emilia-Romagna. Il settore dell’artigianato, ha evidenziato, “ha pagato un prezzo altissimo alla crisi: perse 18.600 imprese e più di 34.000 addetti”. Pochi, ha quindi rimarcato, “gli investimenti, condizionati dalla difficoltà d’accesso al credito”. Si è poi dichiarato d’accordo con “le politiche regionali collegate al patto per il lavoro”. Infine, ha chiesto l’aumento delle risorse collegate alla legge regionale sull’artigianato, da 250 a 500mila euro.

Mario Pasi di Confesercenti Emilia-Romagna ha ammesso una condivisione di principi sul bilancio, e, in particolar modo, ha sottolineato l’importanza di investire soprattutto nel turismo, settore in crescita, (“Un entusiasmo che va coltivato”) e nell’Appennino. Bene anche la nuova legge sul commercio mentre sarebbe necessario “alimentare maggiormente il sistema formativo non solo con fondi europei ma anche con risorse regionali”.

Per Piero Peri della Cia Emilia-Romagna “la situazione economica sta migliorando, anche se permangono problemi, come l’elevata precarietà del lavoro”. Il settore agricolo, ha aggiunto, “risente in modo particolare della crisi, esistono disparità tra i prezzi dei prodotti sul mercato e i costi di produzione, mancano regole chiare”. Infine, ha chiesto vengano confermati i finanziamenti per la formazione collegata all’apprendistato.

“Un bilancio positivo nella sua complessità” per Giovanni Pasini (Uncem) che però ha posto l’accento sullo stanziamento di risorse previste per la montagna. “Su 63 milioni di euro complessivi, sono pochi 9 milioni annuali per il fondo di messa in sicurezza del territorio montano” ha spiegato in commissione, “e anche i 4 milioni di euro previsti per gli interventi di promozione a favore del territorio non sono sufficienti”. Bisognerebbe invece, secondo Pasini, “rafforzare le Unioni di Comuni montani per sfruttare meglio i fondi strutturali”.

Luigi Castagna di Confservizi Emilia-Romagna ha chiesto che il 2018 diventi l’anno in cui avviare riflessioni sulle politiche ambientali, “12mila dipendenti che lavorano nei servizi pubblici hanno come riferimento il territorio, chiediamo vengano attivate azioni concrete a tutela dell’ambiente”.

È intervenuto in commissione anche Massimo Roma, vicepresidente di Sapar, critico sulla nuova legge regionale sulla gestione di macchine e apparecchi di intrattenimento. “Almeno 12 aziende del territorio che gestivano il settore saranno costrette a chiudere e 25mila persone sono a rischio occupazione” ha spiegato, sottolineando inoltre che la legge “giusta negli intenti” non va invece a colpire l’imprenditoria pubblica del settore.

Massimo Melega di Federmanager ha sollevato il problema del depotenziamento dei presidi sanitari in montagna, “la situazione è critica, i servizi ospedalieri vanno potenziati”.

(Cristian Casali e Francesca Mezzadri)

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