Lega nord: anche in Emilia Romagna un referendum consultivo per una maggiore autonomia

In una risoluzione, i consiglieri leghisti (primo firmatario Massimiliano Pompignoli) chiedono anche un secondo referendum, rivolto ai soli elettori delle province romagnole e del Circondario imolese, sulla costituzione della Regione Romagna   

22/08/2017 16:53

Modificare lo Statuto della Regione Emilia Romagna, introducendo la possibilità di indire un referendum consultivo per chiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con il trasferimento delle relative risorse.

Il gruppo della Lega nord, con una risoluzione di cui è primo firmatario Massimiliano Pompignoli, si muove sulla scia delle Regioni Lombardia e Veneto e chiede al presidente e alla Giunta regionali di indire, dopo la modifica dello Statuto, un referendum consultivo perché tutti gli elettori emiliano-romagnoli possano esprimere la propria volontà sull’opzione di una maggiore autonomia e di ulteriori risorse per poterla attuare.

Ma le richieste del gruppo leghista non si fermano qui. I consiglieri impegnano l’esecutivo regionale a indire un secondo referendum consultivo, rivolto ai soli elettori delle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini e dei comuni del Circondario imolese (Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel del Rio, Dozza, Fontanelice, Imola e Mordano), per esprimere il proprio voto sulla costituzione di una “entità regionale autonoma denominata Regione Romagna, con propria Assemblea regionale e un proprio governatore, senza ulteriori costi per la finanza pubblica”.

L’Emilia Romagna, “uno dei motori economici” del paese per “numero di imprese e volume d’affari”, – spiegano i firmatari – ha oltre quattro milioni di abitanti dislocati in un territorio eterogeneo, che va dalle grandi città alla pianura, dalle montagne alla collina, fino all’unicità della costa romagnola e alle zone lacustri, dovendo far fronte a una significativa quantità̀ di interventi istituzionali diversificati per regolamentare le comunità̀ stanziate sul territorio. A ciò si aggiunge il fatto che “la dimensione economico-produttiva e sociale è un oggettivo elemento di ‘diversità’ dell’Emilia e della Romagna, – scrivono i consiglieri – territori virtuosi grazie alle proprie tradizioni civiche e al proprio ‘capitale sociale’ potendo vantare un’elevata capacità produttiva, contributiva e fiscale, nonché́ un elevato livello delle prestazioni dei servizi al cittadino”.

Da queste valutazioni, prende avvio “l’opportunità̀ ormai indifferibile”, in vista di un “rafforzamento delle prerogative autonomistiche spettanti all’Emilia e alla Romagna e di riconduzione a un concreto modello federale di amministrazione e di gestione”, di procedere all’indizione di un referendum consultivo per chiedere agli elettori se la Regione Emilia Romagna debba intraprendere o meno iniziative istituzionali per richiedere l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia.

Ma è altrettanto “matura” – rilevano Pompignoli e colleghi – l’opportunità̀ di risolvere democraticamente con un voto dei soli territori romagnoli la questione dell’autodeterminazione di quei territori per giungere a una piena autonomia regionale.

E’ evidente – concludono – che l’espressione favorevole della popolazione regionale su entrambi i quesiti è condizione ritenuta indispensabile e necessaria per l’assunzione di un provvedimento specifico dell’Assemblea che richieda l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia nelle materie individuate dalla stessa Assemblea.

Hanno sottoscritto la risoluzione, oltre a Pompignoli: Daniele Marchetti, Andrea Liverani, Fabio Rainieri, Alan Fabbri, Stefano Bargi, Gabriele Delmonte, Marco Pettazzoni e Matteo Rancan.

(Antonella Celletti)

 

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