Sanità. Piccinini e Sensoli (M5s): “La sperimentazione non funziona, pronto soccorso intasati”

Le consigliere chiedono alla giunta di interrompere la fase sperimentale per l’assistenza ospedaliera, attiva in undici aziende sanitarie, visto che “i risultati positivi sono pochi”

03/08/2017 13:41

La sperimentazione dell’assistenza ospedaliera al centro dell’interrogazione delle consigliere Raffaella Sensoli e Silvia Piccinini, esponenti del Movimento Cinque Stelle. “Da qualche anno, nella nostra regione -spiegano le consigliere- è stata avviata la sperimentazione dell’assistenza ospedaliera. Una sperimentazione in corso in undici aziende sanitarie: Usl di Piacenza, Azienda ospedaliero-universitaria di Parma, Azienda ospedaliera e Usl di Reggio Emilia, Azienda ospedaliero-universitaria e Usl di Modena, Azienda ospedaliero-universitaria e Usl di Bologna, Usl di Imola, Usl di Ferrara e Usl di Forlì.

“I dubbi e le attese per queste sperimentazioni -spiegano le consigliere- sono sorti da subito e dopo pochi mesi si sono consolidati, in particolare tra il personale interno agli ospedali che ha manifestato il disagio e le difficoltà nel far fronte ai diversi bisogni assistenziali dei pazienti ricoverati. Manifestazione che non è stata intercettata dall’amministrazione regionale, principalmente perché è mancato il filtro delle organizzazioni sindacali, esautorate dalla contrattazione”. Inoltre: “Così come sviluppata la sperimentazione, se darà esito negativo produrrà effetti nefasti anche sulla riorganizzazione territoriale, ospedaliera e dei servizi sanitari”. E se qualche risultato è stato ottenuto con la sperimentazione (“In particolare in riferimento alle figure infermieristiche a cui vengono riconosciute conoscenze, competenze, offrendo loro l’opportunità di accrescere la propria professionalità”, dicono le consigliere), maggiori sono le conseguenze negative, come “i pronto soccorso intasati, soprattutto nelle grandi città, e una crescita delle liste d’attesa”.

Per questo, le esponenti del Movimento 5 stelle propongono anche un ritorno alla fase pre-sperimentazione, che “aumenterebbe i posti letto per gli acuti e restituirebbe agli operatori sanitari un sistema organizzativo in grado di valorizzare competenze professionali”. Da qui, l’interrogazione alla giunta con si chiede “quali sono i risultati prodotti dalla sperimentazione dell’assistenza ospedaliera per intensità di cura nei singoli ospedali, se non ritenga opportuno tornare alla fase precedente alla sperimentazione e se la giunta è a conoscenza delle vicende che hanno caratterizzato le riorganizzazioni dei reparti di Medicina del Maggiore di Bologna e se non ritiene opportuno, anche in questo caso, tornare alla pre-sperimentazione”.

(Margherita Giacchi)

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