Siccità. Area parmense/reggiana, Lega nord: servono soluzioni strutturali. Assessore: al lavoro un tavolo tecnico-istituzionale

Il consigliere accusa: “gli stessi problemi sul tavolo da un ventennio, ma le politiche del Pd si sono dimostrate inefficaci”

20/06/2017 13:12

Affrontare in modo strutturale la cronica diminuzione della risorsa idrica con la realizzazione di nuovi invasi per la raccolta e la riserva delle acque, a partire, per quanto riguarda la Val D’Enza, dalla ripresa della discussione per la realizzazione della diga di Vetto e dall’urgente realizzazione dello sbarramento alla Stretta delle Gazze, superando i dubbi della troppo elevata incidenza ambientale, visto che, senza questi bacini, si verificherebbero di anno in anno sempre maggiori danni ambientali oltre che economici a carico delle produzioni agroalimentari.

E’ questa la richiesta rivolta alla Giunta, in un question time, da due consiglieri della Lega nord.

Da settimane – rileva un consigliere – il territorio regionale sta soffrendo di una grave crisi idrica, tanto che risultano preoccupanti i dati sia sulla disponibilità di risorsa idrica per affrontare la stagione estiva appena iniziata, sia sui danni alle attività produttive specialmente nel settore agroalimentare. Ma – aggiunge – le crisi idriche sono fenomeni ormai costanti da due decenni, di qui la necessità di affrontare la cronica diminuzione di acqua con soluzioni strutturali e non esclusivamente con misure emergenziali. Nei vari territori regionali e in particolare nell’Emilia occidentale – spiega – gli operatori del settore e gli altri attori coinvolti sostengono da anni la creazione di invasi di diverse dimensioni per accumulare l’acqua durante i periodi di più intense precipitazioni e affrontare così i periodi di siccità. Iniziative che, tuttavia, – evidenzia – raramente si sono concretizzate perché bloccate, il più delle volte, dall’intervento determinante della Regione per motivi economici e per discutibili ragioni di elevata incidenza ambientale, per lo più di natura ideologica.

Il consigliere fa riferimento, in particolare, alla vasta area bagnata dal torrente Enza, tra le province di Parma e Reggio Emilia, particolarmente esposta alle crisi idriche e dove, da decenni, si parla invano di realizzare l’invaso di grandi dimensioni della Diga di Vetto o, in alternativa, invasi medi o piccoli tra loro collegati.

Le conseguenze dei fenomeni di cambiamento climatico, a partire dalla siccità, – replica l’assessore alla Difesa del suolo – sono state al centro di un incontro promosso a Reggio Emilia dal presidente della Provincia, alla presenza dei rappresentanti dei Comuni interessati, della Regione e dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile. In quella sede – aggiunge – si è deciso di costituire, in località Stretta delle Gazzeun gruppo di lavoro tecnico per analizzare la compatibilità, sotto il profilo ambientale e economico, delle possibili soluzioni strutturali da adottare, a partire dallo sbarramento sull’Enza in comune di Vetto. Nei prossimi giorni – conclude l’assessore – le istituzioni locali incontreranno anche le associazioni agricole e la Regione allargherà il tavolo tecnico-istituzionale alla sponda parmense dell’Enza, ad Atersir e al Consorzio di bonifica.

“L’assessore ci ha raccontato di riunioni e di impegni, – replica il consigliere leghista – ma lo stesso problema è sul tavolo da una ventina di anni, appare evidente che le politiche portate avanti dal Pd non hanno avuto che l’esito di prendere in giro la gente, ma, ancora peggio, non sono state in grado di salvare l’agricoltura, tutelando i produttori”.

(Antonella Celletti)

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