Ambiente Piacenza. Sassi e Piccinini (M5s): ancora da chiarire la “lunga vicenda dell’industria River di Podenzano”

I consiglieri rivolgono vari interrogativi alla Giunta su autorizzazioni ambientali, tipi di produzione e sostanze utilizzate e chiedono monitoraggi su popolazione, acque e terreni.

22/05/2017 17:20

Il ‘caso’ dell’industria River S.p.A. di Podenzano, nel piacentino, che occupa un “arco temporale di oltre un ventennio”, durante il quale l’azienda è stata oggetto di numerosi atti di indirizzo assembleari e di interrogazioni di vari consiglieri regionali, è al centro di un’interrogazione di Gian Luca Sassi e Silvia Piccinini (M5s), che vogliono sapere “quali siano attualmente le produzioni effettuate all’interno dello stabilimento, attraverso quali cicli produttivi, quali siano le sostanze utilizzate, in particolare l’elenco delle sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) e quelle riportate nei verbali di Arpae con una semplice sigla e quelle omesse nei Piani solventi degli ultimi anni, messi a disposizione solo parzialmente, e, infine, quali siano nel dettaglio i dispositivi di abbattimento degli inquinanti nelle varie emissioni”.

Nella “lunga vicenda” – aggiungono – “non si può dire che la Regione sia stata parte attiva nella determinazione dei contorni esatti del problema e al fianco dei cittadini”. A loro avviso, infatti, “è stata scarsa la trasparenza sui processi produttivi dell’azienda, per esempio, per quanto concerne i Piani solventi, che sono stati forniti togliendo le parti ritenute ‘sensibili’ ovvero l’elenco delle sostanze utilizzate”.

Inoltre, a una richiesta di accesso agli atti, rivolta dai due consiglieri alla presidente dell’Assemblea legislativa regionale, non sarebbe stata fornita “la  documentazione tecnica relativa all’istanza di modifica sostanziale dell’ dell’Autorizzazione integrata ambientale (A.U.A.) della ditta, infatti lo Sportello unico per le attività produttive – Unione Valnure e Valchero, che ha curato il procedimento, ha inviato una nota – si legge nel testo – con cui la ditta si oppone alla consegna del materiale richiesto ‘in quanto contenente dati e informazioni oggetto di riservatezza industriale’ e, benché si affermi che è ‘in corso la valutazione delle motivazioni addotte dall’azienda’ a tutt’oggi le schede tecniche non sono ancora state fornite”.

“Non solo noi consiglieri non siamo stati messi nelle condizioni di svolgere il mandato e di esprimere valutazioni, vista la scelta della Giunta regionale di non fornire il materiale richiesto, – evidenziano Sassi e Piccinini – ma sono anche gli abitanti di Podenzano che dall’insediamento della ditta, nel 1995, hanno dovuto supplire alle mancanze delle istituzioni coinvolte nella vicenda, pagando un altissimo prezzo in prima persona, sia in termini di costi economici, che di disagi nella qualità della vita, quando non di danni rilevanti alla salute”. Sarebbero infatti stati “l’impegno civile” degli abitanti di Podenzano e le loro “pressioni” – aggiungono –  che avrebbero permesso le “rilevazioni ambientali che hanno evidenziato una correlazione tra situazioni anomale nella conduzione dell’attività e percezione di problemi da parte dei residenti, contribuendo in maniera determinante a interventi di miglioramento legati all’evoluzione autorizzativa e prescrittiva” fino ad arrivare al rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale (A.U.A.) nel 2014, con cui si sono ottenuti “miglioramenti rispetto a diversi aspetti già presenti negli anni precedenti ma non attuati o tralasciati nel tempo”.

I consiglieri vogliono quindi sapere quali siano le attuali autorizzazioni ambientali dello stabilimento, comprese quelle in via di modifica o di rilascio ex novo, a quale regime di controlli sia sottoposto da parte di Arpae o da altri soggetti e se risultino risolte le difficoltà rispetto alle segnalazioni di disagi alla popolazione.

Sassi e Piccinini sollecitano inoltre iniziative per contribuire a far cessare l’evidente stato di disagio sanitario e ambientale che colpisce i residenti dell’area confinante con l’azienda e domandano che, sul modello di quanto già fatto dalla Regione Veneto in circostanze analoghe, si prevedano piani specifici di monitoraggio e ricerca nelle acque, nei terreni e nel sangue delle popolazioni che risiedono nelle vicinanze di industrie che utilizzano tali sostanze, estendendo i controlli ai lavoratori e agli ex lavoratori delle stesse aziende.

(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/leggi-e-atti/oggetti-assembleari)

(Antonella Celletti)

 

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