Terremoto. In Commissione ambiente Pd auspica linee guida nazionali da ricostruzione 2012, Lega fredda

I dem Boschini, Campedelli, Iotti e Zappaterra all’audizione del presidente Bonaccini e dell’assessore Costi sottolineano bontà “metodo” ordinanze. Pettazzoni (Ln): “Molti centri ancora da ricostruire, no migranti nel cratere”

18/05/2017 17:56

Chi era in comune, chi in provincia, comunque molti degli attuali consiglieri regionali nel 2012, anno in cui l’Emilia-Romagna è stata investita dal sisma, erano amministratori, a stretto contatto con i territori lacerati e in prima linea a ricordare all’allora presidente del consiglio Mario Monti: “Non lasciateci soli”. E questo fatto, questa stretta vicinanza agli eventi di cinque anni fa, ha spinto i consiglieri a lodare le modalità in cui è stata portata avanti la ricostruzione e allo stesso tempo a rimarcare il “tanto lavoro che ancora c’è di fronte”. 

Nove famiglie su dieci sono tornate nelle proprie abitazioni, sono scomparsi i moduli abitativi, le imprese non sono scappate dal territorio e il tessuto sociale non si è sfilacciato. Dati che, come hanno ricordato durante l’audizione in commissione Ambiente territorio e mobilità presieduta da Manuela Rontini il presidente Stefano Bonaccini e l’assessore Palma Costi, “non hanno colore politico e sono testimoni del lavoro fatto”.

Un lavoro che Enrico Campedelli (Pd) ha sottolineato come sia stato “lungo e complesso, ma anche corale, continuo e costante. La burocrazia per una volta non è stata il male: oltre a evitare le infiltrazioni mafiose ci ha permesso di svolgere gli interventi in modo serio. Oggi ogni centesimo utilizzato sappiamo a cosa è servito e dove è stato investito. Nel 2012, quando ero amministratore di Carpi, assieme agli altri sindaci del territorio facemmo una conferenza stampa tra le macerie per chiedere attenzione per questo territorio. Chiedemmo aiuto perché avevamo tanti timori. Paure che sono svanite col tempo per il duro e costante lavoro svolto”.

Interventi che secondo Giuseppe Boschini (Pd) rappresentano “il vero lascito di questa ricostruzione. Un modello, ma inteso come modalità d’intervento che dovrebbe diventare il punto di partenza per le normative nazionali in materia. Il sistema delle ordinanze è un patrimonio importante e Vasco Errani lo sta applicando anche in Centro Italia. Anche il sistema di controlli per la legalità dovrebbe far parte di questo quadro nazionale. Noi dovremmo essere bravi a non disperdere questa capacità collaborativa emersa in questa grave situazione”.

Un’esperienza, quella del sisma, che deve servire, spiega Massimo Iotti (Pd), “per creare un corpus normativo della ricostruzione non legato al territorio ma generale. L’adeguamento sismico deve andare oltre il cratere”. E per Marcella Zappaterra (Pd) bisogna riconoscere “il ruolo fondamentale dei sindaci. Si devono valutare i dati senza trionfalismi, ma siamo di fronte a risultati che ci saremmo sognati cinque anni fa”. 

Infine Marco Pettazzoni (Lega nord) rimarcando che ancora molti centri devono essere ricostruiti, ha suggerito a Bonaccini di “creare un protocollo che esoneri i comuni del cratere all’accoglienza dei migranti”. 

(Andrea Perini) 

« Torna all'archivio