Mobilità. Recuperi urbanistici e nuove piste, in commissione Territorio la nuova legge sulla ciclabilità

Di 10 milioni il primo contributo regionale. Disponibilità dalle forze politiche, tra le richieste: più sviluppo del ritorno turistico, governo coordinato delle deroghe comunali al codice della strada e assegnazione dei fondi a “tutto il territorio” e non solo ai capoluoghi

23/03/2017 18:22

La prima legge sulla ciclabilità urbana ed extraurbana favorirà nuovi interventi infrastrutturali ma soprattutto punterà sul recupero e la riqualificazione dei tratti presenti, dai vecchi tracciati ferroviari agli argini dei fiumi. “Già dal quadro conoscitivo emerso dal Prit (Piano regionale integrato dei trasporti) emerge che due terzi degli spostamenti quotidiani avvengono entro la distanza di 10 chilometri”, esordisce in commissione Territorio l’assessore ai trasporti Raffaele Donini. “Per questo l’obiettivo è valorizzare la mobilità dolce, raddoppiare il tasso di mobilità ciclabile dal 10% al 20% e creare una rete di ciclovie regionali, sfruttabili anche dal punto di vista turistico”. I primi contributi regionali dal Fondo sviluppo e coesione ammontano a 10 milioni di euro e finanzieranno gli enti locali che realizzeranno nuove piste e soprattutto “garantiranno la loro manutenzione”, ci tiene a sottolineare l’assessore. Sono poi previsti 5 milioni di euro per il recupero della ex ferrovia Bologna-Verona, 1,3 milioni per nuove piste o per la messa in sicurezza e ulteriori 8 milioni dai fondi Por-Fesr per interventi di moderazione del traffico per i capoluoghi. Nei nuovi edifici residenziali dei Comuni sarà obbligatorio il ricovero di biciclette in cortili e anche nei luoghi pubblici e produttivi verranno previsti spazi dedicati al mezzo. Inoltre, a differenza dell’attuale legge 366 del 1998, sarà possibile realizzare piste anche non necessariamente in adiacenza di strade, creando percorsi alternativi.

Mirco Bagnari (Pd), relatore di maggioranza del progetto, sottolinea l’intersettorialità della legge che avrà ricadute positive nell’ambito del turismo, ambiente, salute, sanità, anche in termini di risparmio economico. “Promuovere la ciclabilità attraverso nuove infrastrutture e con il riutilizzo delle vecchie migliorerà la nostra vita quotidiana e ci permetterà di sviluppare una nuova economia”.

“Visto che verranno investiti soldi nella ciclabilità bisognerebbe promuoverne anche oltre l’uso quotidiano”, conviene Gian Luca Sassi (M5s) che punta sul turismo a due ruote, “valorizzato da eventuali percorsi culturali ed enogastronomici”. Il consigliere giudica interessante anche “il recupero previsto dalla legge di stazioni ferroviarie e case cantoniere che potrebbero essere punti di sosta o riparazione del mezzo”. Sassi consiglia inoltre di non trascurare l’educazione del codice della strada anche a scuola.

E, tra le azioni previste della nuova legge, vi è anche la messa in sicurezza di mezzi e ciclisti, garantita da velostazioni, interventi di moderazione del traffico e raccordi di tratti spezzati. “Bisognerebbe rendere percorribili e fluide le piste ciclabili per evitare che i ciclisti continuino a preferire le strade normali” sottolinea Andrea Liverani (Ln), relatore di minoranza del progetto di legge. E sulla sicurezza interviene anche Tommaso Foti (Fdi-An) che ricorda le deroghe di molti sindaci al codice della strada che imporrebbe alle biciclette il divieto di andare contromano. “Dovrebbe essere più chiaro sapere come funziona in modo che in strada ci si possa regolare”. In generale il consigliere si dichiara favorevole al potenziamento delle piste ciclabili ma puntando più sulla qualità e viabilità delle stesse- sempre riscoprendo percorsi alternativi- piuttosto che sulla quantità in termini di piste percorribili, che sarebbe, come ricorda Donini, di 1.400 chilometri contro i 400 di 17 anni fa.

“Una comunicazione omogenea nel territorio, un business plan coordinato che metta in luce dal punto di vista infrastrutturale la capacità di conservare le nostre strutture nel tempo” è quello che chiede Lia Montalti (Pd). “Dobbiamo fare in modo che i cittadini scelgano la bici tutti i giorni piuttosto che la macchina grazie a piste sicure e agevoli. Nella nostra regione le città sono molto vicine, approfittiamone per creare percorsi coordinati non solo tra capoluoghi ma in tutto il territorio”.  E in proposito interviene anche Gianluigi Molinari (Pd) che chiede che nei fondi previsti venga data copertura omogenea a tutti i Comuni, non solo ai capoluoghi.

“Il turismo alternativo non solo è in crescita, ma esiste già e noi lo favoriamo ulteriormente” si dichiara soddisfatto Enrico Campedelli (Pd). “Finalmente approveremo una legge importante che creerà nuove opportunità turistiche e di riscoperta del territorio, segnando un cambio culturale nella vita dei cittadini”.

(Francesca Mezzadri)

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