Donne. Le idee di welfare aziendale delle coop nelle commissioni Parità e Economia/ foto

Per le buone pratiche di conciliazione dei tempi di vita e lavoro chieste certificazione dei servizi nel privato e premialità nei bandi per le aziende virtuose

22/02/2017 17:45

Convenzioni per servizi educativi e borse di studio per i figli dei dipendenti, un’organizzazione del lavoro più flessibile che si concili con gli impegni di vita. E ancora l’opportunità di usufruire di permessi extra (retribuiti) in casi di particolare bisogno per la cura dei familiari, l’assistenza sanitaria integrativa, con interventi di prevenzione oncologica, per arrivare fino alla promozione di una mobilità sostenibile dei lavoratori: dalla navetta aziendale agli incentivi per l’uso della bici.

Sono alcune delle misure di welfare aziendale, praticate da significative realtà del mondo cooperativo dell’Emilia-Romagna, di cui si è parlato oggi in Assemblea legislativa nel corso dell’audizione convocata congiuntamente dalla commissione per le Pari opportunità e dalla commissione Politiche economiche, presiedute rispettivamente da Roberta Mori e da Luciana Serri.

“L’incontro – ha spiegato la presidente Mori – intende raccogliere il contributo di esperienze e buone prassi, determinante per lo sviluppo dell’azione regionale su questi temi. Proseguiremo con approccio plurale – ha detto – approfondendo anche con gli altri protagonisti che a tutti i livelli si occupano delle azioni di welfare aziendale e conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Per adottare politiche efficaci e misurate sui nuovi bisogni che la società esprime- ha quindi ribadito Mori- è necessario far convergere gli obiettivi dettati dalla Legge quadro sulla parità in una collaborazione tra pubblico e privato che vorremmo fosse strutturale e integrata”.

La necessità di una collaborazione tra pubblico e privato è stata ribadita da Rita Finzi, responsabile della commissione Pari opportunità di Legacoop Emilia-Romagna che rappresenta 1.700 cooperative per circa 100 mila occupati. “Oggi -ha detto Finzi- si può parlare di welfare di seconda generazione che deve incontrare i bisogni di una società permanentemente attiva, dove si lavora sempre. Un cambiamento che richiede uno spostamento della capacità di spesa sul privato e che richiede che le istituzioni dettino regole certe e assicurino sostegno. Per noi questo può essere l’inizio di una collaborazione che deve servire a condividere un percorso”. In questo senso, sintetizzando i suggerimenti avanzati dai rappresentanti delle cooperative intervenuti in audizione, Finzi ha chiesto alla Regione di valutare possibili misure di defiscalizzazione a favore delle aziende che introducono una maggiore flessibilità organizzativa nel lavoro. E ancora: l’introduzione di una “certificazione di qualità” che premi con un punteggio nell’accesso ai bandi pubblici le aziende che dimostrino di investire nel welfare aziendale e nelle pari opportunità. Tra le altre richieste quella di un allargamento della rete di servizi e opportunità di welfare anche fuori dall’ambito cooperativo. “Alla Regione, in particolare – ha ribadito Finzi – chiediamo poi di esercitare funzioni di  monitoraggio e controllo per favorire il lavoro regolare e di qualità, a fronte di un’offerta di ‘lavoro opaco’, a basso costo, che fa concorrenza alle imprese che operano rispettando le regole”.

“A fronte dei cambiamenti demografico in atto e della mutata organizzazione del lavoro – ha detto Serri in conclusione – si impongono nuovi modi per affrontare nuovi bisogni. In questo senso sarà interessante continuare a confrontarci con altre realtà produttive della Regione che provengono da esperienze diverse da quelle delle cooperative dove spesso i lavoratori sono anche soci e partecipano alle scelte aziendali. Un fattore che andrebbe valutato –ha detto– è che le aziende che investono per valorizzare le risorse umane ottengono anche un ritorno positivo in termini di maggior qualità del lavoro”.

La consigliera Francesca Marchetti (Pd) ha sua volta ribadito che l’audizione rappresenta un “buon punto di partenza per stare al passo coi bisogni che cambiano e costruire insieme quelle misure di concretezza che la legge di Parità vuole dare”.

Sono intervenute in audizione: Francesca Malagoli (Quadir),  Arianna Marchi (coop sociale Zerocento  Faenza -Ravenna), Vanes Benedetto (Coop Alleanza 3.0), Elena Bertolini (coop sociale Solidarietà 90 di Reggio Emilia), Antonella Conti (Formula Servizi, Forlì), Sara Ghedini (Manutencoop), Franca Guglielmetti (Coop sociale Cadiai ), Simona Ragazzini (Camst).

(Isabella Scandaletti)

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